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Culto

I gol più belli di Rolando Bianchi (parte 2)

Francesco Bugnone
Francesco Bugnone Columnist 
Nella seconda puntata della trilogia di "Culto" su Bianchi rivivremo la tormentata stagione 2009/2010, quella in cui si è messo la fascia da capitano e ha guidato il Toro dei peones vicino al traguardo della promozione

STAGIONE 2009/2010

FROSINONE-TORO 2-2

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Nonostante le cessioni di Rosina e Dzemaili, il Toro 2009/2010 di Colantuono ha una rosa tale che nella serie B sembra essere come l’uomo su questa terra: solo di passaggio. Quattro vittorie nelle prime cinque giornate (con tre 3-0) sembrano orientarci verso quella sensazione, ma è un fuoco di paglia. Rolando Bianchi viaggia al ritmo di una rete a partita, e ne ha fatte in tutte le maniere: di piede, di testa, di forza, di opportunismo. La sconfitta interna contro il Padova fa sentire qualche scricchiolio, ma l’incontro contro la rivelazione Frosinone potrebbe rimettere le cose sul giusto binario. Rolando fa di tutto: costringe di testa Sicignano a una parata incredibile, centra la traversa da posizione difficile sull’1-0 per i granata, non arriva di un soffio su un cross basso di Leon, calcia sul palo un rigore a metà ripresa sull’1-1 e finalmente segna. Girata dal limite su passaggio di Leon, sinistro millimetrico nell’angolino basso e provvisorio vantaggio che durerà solo 6’. Il punto del “Matusa” non viene accolto con particolare amarezza, visto il doppio turno interno che ci attende contro Ancona e Modena, ignari del fatto che racimoleremo solo un pareggio in due partite.

TORO-ANCONA 1-1

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All’89’ l’ex di turno Pasquale Schiattarella intercetta un rilancio di Sereni e da centrocampo trova una rete assurda che sblocca dalla parte sbagliata una partita che il Toro doveva vincere a tutti i costi. Il pubblico perde la pazienza, soprattutto in tribuna e nei distinti. In pieno recupero si palesa la prima combinazione “cross di Gasbarroni-testa di Bianchi” che finirà col caratterizzare gran parte della stagione: Gasba da sinistra pennella col destro, Rolando stacca fra due difensori e scaraventa la palla in rete con un colpo da centravanti vero. L’attenzione però è tutta per quello che succede dopo: il numero nove corre verso i distinti, salta addirittura le barriere e litiga brevemente con un tifoso con cui si riappacificherà qualche giorno dopo. Il clima dentro e fuori dal campo inizia a manifestarsi come non esattamente idilliaco.

TORO-REGGINA 2-0

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Walter Novellino è sempre stato considerato un cuore Toro da quando, ragazzo del Fila, giocò la sua unica partita granata contro il Napoli. Quello che sembrava un atteso ritorno a casa da tecnico nel 2007/2008 si rivelerà un flop addirittura doppio visto che verrà richiamato nell’anno della retrocessione con risultati sportivamente tragici. Fra situazioni quasi comiche (“Monzon” si fa beccare a Parma mentre cerca di dare indicazioni da squalificato nascosto in un carrello per la biancheria o non trova di meglio di fare degli inspiegabili e non richiesti auguri di buona Pasqua ai tifosi juventini ai microfoni di Radio Rai commentando la terza sconfitta in una settimana il sabato di Pasqua) e partite spesso orrende, l’affetto si tramuta presto in ostilità da ambo le parti, visto che l’ex allenatore del Venezia inquadra l’esperienza granata come l’inizio della parte discendente della sua carriera. Il primo incrocio dopo il divorzio arriva nell’anticipo del venerdì sera fra Toro e Reggina, momento in cui i granata sembrano ritornare quelli di inizio campionato. In vantaggio 1-0 per una rete di Belingheri gli uomini di Colantuono raddoppiano nella ripresa con una rete da favola: sull’angolo di Loviso, Bianchi si inventa una rovesciata che è un proiettile. Cassano alza le braccia, ma la palla è già passata, colpita con una potenza assurda da distanza ravvicinata. L’Olimpico viene giù, mentre Rolando urla tutta la sua gioia trattenuto a stento da Ogbonna. Finisce 2-0 col pubblico che canta “Novellino esonerato” sancendo la fine definitiva di un legame nato tanto tempo prima.

TORO-LECCE 2-2

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La sconfitta di Trieste, con un altro gol da distanza chilometrica, fa piombare nuovamente il Toro nella crisi, ma battendo il Lecce i granata aggancerebbero i salentini in vetta alla graduatoria. Facciamo una fatica pazzesca, ma Bianchi riesce a pareggiare su rigore a metà ripresa il vantaggio siglato da Corvia al termine del primo tempo. Il bomber si vede respingere una girata a colpo sicuro da Rosati, ma al 90’ sembra esserci la svolta della stagione. Gasbarroni crossa in corsa da sinistra un pallone quasi sulla linea di fondo, il numero nove si disarticola quasi il collo per colpire la sfera e ne nasce una parabola imprendibile che bacia il palo e gonfia la rete. Primato. Leon parte in contropiede a metà recupero e invece di tenere palla, guadagnare tempo, morire sulla bandierina, servire un compagno meglio piazzato al centro, prova un dribbling inspiegabile su Rosati che gli soffia la palla. Dal possibile 3-1, dal possibile pallone congelato per mangiare secondi, dal possibile successo si passa alla beffa: il Lecce riparte, Giacomazzi pareggia, il pubblico va a fuoco per la rabbia.

A questo punto succede una marea di roba incredibile: due punti in tre partite con l’incredibile sconfitta interna contro il Crotone di Lerda (solito gol di testa di Bianchi su cross di Gasba, errori clamorosi di Zoboli e Calderoni, partita da mezzo fenomeno di Gabionetta) costano la panchina a Colatuono, arriva Mario Beretta che non potrà godere dell’unico successo della sua gestione (un fortunoso 1-0 in trasferta contro il Gallipoli) perché fermato durante le visite mediche e provvisoriamente sostituito dal vice Zoratto. A cavallo delle feste inizia a diffondersi qualche brutta voce sulla sconfitta contro il Crotone, i tifosi fanno irruzione al ristorante I Cavalieri dove Di Michele sta festeggiando il compleanno con parte della squadra, salta Rino Foschi, Petrachi viene accolto da una bomba carta il giorno della presentazione e avvia un repulisti visto poche volte nella storia di una squadra dando il via al Toro dei Peones. Rolando Bianchi è uno dei pochi a rimanere.

TORO-GROSSETO 4-1

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Inizia il ritorno, torna Colantuono, stadio in gran parte disertato per protesta, Pestrin in mezzo al campo, D’Ambrosio in panchina, tanti nuovi volti arriveranno. La girata improvvisa di Pichlmann al 24’ è solo l’ultimo colpo di coda della crisi. Passano 5’ e Bianchi, fascia di capitano sul braccio, segna un gol alla Batistuta: passaggio di Pestrin, controllo di sinistro con palla che si alza leggermente e stangata di destro a spiovere di destro che lascia Acerbi immobile. Le punizioni di Leon e Gasbarroni, inframezzate dal centro di Pià, completano la goleada.

TORO-BRESCIA 1-1

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Terza di ritorno, notte gelida, c’è ancora sciopero del tifo ma solo per un quarto d’ora che poi diventa meno, perché la sgasata di D’Ambrosio sulla fascia dopo pochi secondi accende già gli animi. La partita è dura: il Brescia si ritrova avanti di un gol e di un uomo, ma al primo minuto della ripresa Bianchi inventa un altro capolavoro. Garofalo scende a sinistra e crossa al centro un pallone basso davvero difficile da far fruttare, ma Rolando lo colpisce col tacco da terra mandandolo sul secondo palo. Solo dopo un paio di replay si capisce come l’istinto del cacciatore di gol sia stato liberato nel colpire quel pallone. “Che gol ha fatto” scappa a Vincenzo Guerini, seconda voce della telecronaca Sky, che dirà di essere rimasto a bocca aperta per un gesto tecnico che proprio non si aspettava.

TORO-FROSINONE 3-1

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Rolando Bianchi ha già segnato due volte: la prima su rigore, la seconda ribattendo in rete un altro rigore che Frattali ha deviato sul palo. Col Frosinone tutto in avanti a caccia del 2-2 per il Toro si aprono praterie e all’ultimo minuto di recupero Leon riceve da Gasbarroni e centra da destra per il numero nove che si coordina e in mezza rovesciata segna la sua prima tripletta granata. Sembra incredibile se si pensa alla situazione a inizio anno, ma siamo a due punti dai playoff.

TORO-PIACENZA 1-1

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La marcia del Toro continua e la vittoria del Venerdì Santo in dieci contro la Triestina grazie alla rete di Loria all’ultimo secondo di recupero porta addirittura a credere nella promozione diretta, ma le speranze di fare il miracolo si spengono con la sconfitta di Lecce e il pareggio interno contro il Piacenza. Da quel momento si deve pensare “solo” ai playoff e a cercare di mettersi nella posizione migliore possibile. Peccato che una rete bella come quella costruita dall’ormai saldissimo asse Gasbarroni-Bianchi valga solo un punto: solito cross da sinistra col destro dell’ex doriano, Rolando la gira di testa e la sfera si insacca sotto l’incrocio dei pali.

TORO-SASSUOLO 1-1

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2 giugno, Festa della Repubblica, semifinali di andata dei playoff: il Sassuolo è meglio posizionato in classifica e quindi l’andata si gioca a Torino. Un errore di Loria favorisce il gol dell’ex di Martinetti, ma a metà ripresa Rolando Bianchi continua a fare ciò che gli è riuscito ventiquattro volte nella stagione regolare: al 73’ Genevier batte una punizione dalla destra verso il secondo palo dove il capitano si è già liberato dal diretto marcatore e, di testa in tuffo, impatta il pallone che vale il pareggio prima di correre sotto la Maratona. Sarà ancora lui, al ritorno, in una gara giocata di fatto in casa, vista la quantità di tifosi granata scesi a Modena, a segnare la rete qualificazione su cross di Scaglia.

La finale sarà contro il Brescia e sarà amarissima fra ingiustizie arbitrali, gomitate di Mareco, e labiali denunciati da Maifredi. Il Toro si schianta all’ultima curva e nella strana, intensa, tormentata storia d’amore di Rolando Bianchi coi colori granata non sono bastati ventisei gol per ritornare in Paradiso con la fascia da capitano al braccio. L’anno in arrivo si preannuncia molto brutto e le sirene di mercato non mancano: lui sarà ancora dei nostri?

(2- CONTINUA)