CAPITOLO 3 EMPOLI
“Meritateci”. Questo lo striscione che campeggia in Maratona, ultima scheggia della contestazione iniziata qualche settimana prima contro il Siena. E’ un semplice pro-forma, però. Si canta da subito, dopo Cagliari i ragazzi ci hanno già meritati. Contro l’Empoli, il 3-4-1-2 di Camolese funziona, con Asta e Castellini ad arare le fasce. Risultato: primo tempo giocato a tutta velocità, addirittura, con sprazzi di spettacolo. Spettacolare è il gol che decide tutto al 33’: Maspero lancia Castellini a sinistra, centro per Schwoch che, agevolato dal movimento di Colombo, realizza al volo. Il finale è un po’ in affanno, ma ci pensa la Maratona con un momento di tifo epico ad aiutare chi è in campo portarla a casa: fischi continui quando ha palla l’Empoli che si trasformano in un coro brasiliano quando la riconquistiamo. Non riesco a renderla a parole, ma Torino alè Torino alèèèè lallallallallalallalà ce l’ho ancora in testa a distanza di vent’anni. Il giorno dopo vengono acquisiti i terreni del Filadelfia. “Il nuovo Filadelfia come l’Arena dell’Ajax: 25mila posti, pronto nel 2004” titola La Stampa. Ma questa è un’altra storia, meglio ripensare al gol di Schwoch o al fatto che siamo tornati più vicini alla zona promozione (5 punti) che a quella retrocessione (6).
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CAPITOLO 4 PESCARA
Ultime sei partite in B contro il Pescara: cinque sconfitte, un pareggio. Tre ko su tre in casa. Ma il Toro vuole farsi il regalo di Natale della quarta vittoria consecutiva e si ritrova davanti una Maratona di nuovo colorata e non solo canterina. Nonostante Galeone, gli abruzzesi stanno lottando per non retrocedere, ma hanno fatto risultato con Chievo e Venezia, dirette avversarie del Toro per la A (si può dire “dirette avversarie per la A”? Si può dire). Giochiamo da Dio, costruiamo, becchiamo un palo (Maspero da fuori), passiamo a inizio ripresa (Asta come un falco sulla respinta di Bordoni dopo colpo di testa di De Ascentis), colpiamo un altro palo (Schwoch), ci caghiamo un pochino addosso nel finale, la portiamo a casa. E’ un Toro umile e bello, che si fa amare e nessuno poteva immaginarlo neanche un mese fa. Camolese è diventato Camoleone e dimostra come si possa essere da Toro senza urlare o atteggiarsi forzatamente da duri, Asta è inarrestabile, Maspero è semplicemente fondamentale, la difesa non prende gol e, soprattutto, la serie A dista solo tre punti. Dopo la sosta si andrà a Cosenza. I silani, quattro partite prima, erano primi a 27 punti. Ora sono terzi a 29: gliene abbiamo recuperati dieci. Buon Natale.
(continua)
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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