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Già, il derby. Dopo Superga la sfida coi rivali cittadini è stata spesso dolorosa. La prima vittoria post-tragedia è arrivata nella stagione precedente con Bertoloni e Buhtz a siglare un secco 2-0 al Comunale, ma al Filadelfia il Toro non ha più battuto i bianconeri. Stavolta, vista l’inerzia presa dalla stagione, sembra davvero la volta buona e il fatto che Jeppson si sia sbloccato sembra un segno del destino. Il Fila è pieno come un uovo e quando si chiudono i cancelli si contano circa ottomila persone rimaste a bocca asciutta e trentaseimila dentro. Il ragionier Giusti, segretario granata, teorizza: “Se la partita si fosse disputata d’estate, sarebbe stato molto meglio. Di marzo si gira ancora col cappotto. Trentamila e più cappotti occupano uno spazio notevole. Causa gli abbigliamenti pesanti abbiamo perso 1500 persone”. L’incasso di 24 milioni rimane qualcosa con cui consolarsi abbondantemente. Il Toro parte subito in avanti e, dopo una punizione di Arce, parata da Viola passa in vantaggio al 19’. È ancora Arce a dare il via all’azione lanciando in velocità Jeppson che sorprende tutti con un geniale tocco all’indietro per Armano. Palla sul sinistro, non il suo piede, ma l’opportunità è troppo ghiotta per non segnare l’1-0. La reazione di Boniperti e compagni non è granché e al 33’ il Toro raddoppia. Lo scatenato Arce lancia ancora Jeppson che stavolta si mette in proprio: stangata di sinistro, traversa e rete. La Juventus reclama un rigore con Boniperti, ma l’arbitro dà il vantaggio perché la palla arriva al solissimo Antoniotti che calcia addosso a Rigamonti. Il primo tempo si chiude sul 2-0 col Fila in tripudio anche se davvero troppo pieno, cappotti o non cappotti: la folla ondeggia, qualcuno cerca di farsi largo, ma invano. Per fortuna non accade nulla di grave, mentre anche i balconi che danno sullo stadio sono gremiti.
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Ripresa: al 54’ altro assist di Arce per Tacchi che triplica con una bordata. Arce si rende protagonista di un episodio non proprio encomiabile quando, col gioco fermo per segnalato offside, non si ferma e finisce contro Viola che aveva già bloccato il pallone rischiando di fargli molto male. Irruenza criticabile e pericolosa, ma episodio risolto a fine gara, con una stretta di mano. A chiudere le marcature granata pensa ancora Jeppson a quattro minuti dalla fine: dribbling su Garzena, Nay e sul portiere avversario con pallone depositato nella porta sguarnita per il poker. Con due reti e un assist Hasse non è più il Banco di Napoli, ma l’oro di Torino. La rete della bandiera per i bianconeri viene siglata da Montico su calcio di rigore. I granata chiuderanno la stagione al settimo posto, i “cugini” al nono. Jeppson andrà ancora a segno contro il Palermo (doppietta), nel 3-1 a Padova e nel 2-2 interno contro il Milan futuro campione d’Italia. Poi, come anticipato, lascerà il calcio per una carriera imprenditoriale, ma dopo aver scritto anche lui un capitolo della nostra storia visto che la stracittadina in cui ha fatto il bello e il cattivo tempo sarà l’ultima vinta dal Toro al Filadelfia, nel tempio degli Invincibili.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (0 meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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