Gol, assist, parate: il calcio è fatto di numeri che misurano nelle maniere più disparate ciò che fanno i giocatori in campo, nel bene, come nel male. E i numeri sono sempre più importanti nel calcio moderno, un calcio che cerca di utilizzare i big data e gli algoritmi per preparare le partite o perfino per scovare talenti. Ci sono poi alcune statistiche collaterali che misurano altri tipi di eventi che fanno parte della vita e della carriera dei calciatori e che non sono di così facile utilizzo. Mi riferisco alle statistiche sugli infortuni. Proprio qua su Toro News abbiamo analizzato l'andamento del numero di infortuni nelle venti squadre di serie A in questa stagione. Il Toro sta (coerentemente...) a metà classifica con 6 infortuni, mentre Napoli e Atalanta guidano questa infausta graduatoria. Il nesso tra numero di infortuni e rendimento di squadra non è però sempre così diretto e la dimostrazione viene proprio dalla Fiorentina che ne ha avuti meno di tutti e tuttavia non è così in "salute" visto che langue tristemente in fondo alla (vera) classifica. C'è però in quest'analisi prettamente statistica una considerazione qualitativa che dovrebbe fare da chiave di lettura nel valutare l'impatto degli infortuni sugli esiti di una stagione sportiva. Il crack di Zapata a San Siro l'anno scorso, ad esempio, è stato oltremodo determinante sull'esito del percorso in campionato della squadra allora allenata da Vanoli. Perso il punto di riferimento offensivo, il capitano e il giocatore che praticamente da solo faceva reparto, la squadra andò in crisi e solo cambiando modulo e inserendo alcuni giocatori a gennaio Vanoli riuscì a portare la nave fuori dalle acque agitate in cui sembrava essersi inesorabilmente incagliata. Quest'anno, in una situazione ed in un contesto completamente differente, Baroni ha appena perso per circa 40 giorni il Cholito Simeone che per carisma e gol si sta rivelando il vero trascinatore della squadra. C'è quindi una variabile molto, ma molto, imprevedibile, quella degli infortuni, che è sempre in agguato e rischia in alcuni casi di incidere in maniera determinate sui risultati. Ovviamente il discorso vale per tutte le squadre, non solo per il Torino, ma per i granata in questi ultimi anni il tema infortuni è stato molto presente nelle dinamiche della squadra. Come non ricordare il calvario di Schuurs che dopo due anni è ancora ben lungi dal rientro.
Il granata dalla porta accanto
Da Schuurs a Zapata, da Anjorin a Simeone: quando gli infortuni cambiano le carte
Ma l'elenco degli infortuni più o meno gravi è lungo, a cominciare da quello di Zapata dal quale il colombiano sta ancora cercando di recuperare al 100%. Premessa quindi l'imprevedibilità degli infortuni traumatici, c'è però nella storia di ogni giocatore un trend a subire in maniera più o meno sistematica infortuni muscolari. Emblematica fu in questo senso la storia in granata di Joel Obi, giocatore forte che però passava più tempo in infermeria che in campo. È chiaro che quando compri un giocatore come Obi fai una scommessa a basso costo ma ad alto rischio. Andò meglio in questo senso con Ansaldi, giocatore sublime che arrivò al Toro al termine di una carriera costellata dagli infortuni e che nel periodo in granata riuscì a dare ancora moltissimo alla causa pur alternando periodi in campo con periodi di stop legati a infortuni per fortuna mai troppo seri. Tornando all'attualità, quest'anno Vagnati ha puntato su alcuni giocatori che hanno una storia clinica piuttosto "movimentata": ottimi giocatori come Anjorin o Ismaili che hanno avuto in passato parecchi fastidi fisici che gli hanno fatto perdere tante partite. Una storia pregressa che spesso porta ad utilizzi poco continui come sta succedendo all'ex Chelsea Anjorin che di fatto non si è ancora visto in campo. Se a questo uniamo il fatto che molti giocatori arrivati in estate provenivano da stagioni in cui hanno giocato poco (Ngonge o lo stesso Simeone) è chiaro che il rischio di avere la coperta corta durante la stagione si alza a dismisura. Di sicuro la tegola dell'infortunio di Simeone non ci voleva, sebbene tutti speriamo nella completa ripresa di Zapata che sarebbe davvero una manna dal cielo per Baroni. Chiudo con un pensiero per Schuurs: per qualità e serietà era un giocatore straordinario per il nostro livello, un giocatore del quale tra l'altro ero calcisticamente innamorato. Il perdurare del silenzio attorno alle sue condizioni e la totale assenza di ogni ipotesi di rientro mi porta a pensare che non lo rivedremo mai più in maglia granata sebbene gli auguro almeno di tornare a giocare a qualsiasi altro livello. L'ennesimo capitolo delle sfighe che da sempre accompagnano la storia del Toro...
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