Torna un nuovo episodio di "Lasciarci le penne", la rubrica di Marco Bernardi
Topolino e la leggenda della squadra perdente
Gianfranco Cordara e Lorenzo Pastrovicchio da Topolino 2465
25 febbraio 2003 The Walt Disney Company Italia
Nel febbraio del 2003 sui forum del Toro si parlò di una storia a fumetti pubblicata su Topolino, che poteva ricordare per alcuni aspetti le vicende granata di allora. Doverosa premessa: all'epoca la lessi con curiosità, ma sono passati ventun anni e quel giornalino l'ho perso, per cui scapperà qualche imprecisione. Gli adepti di Mickey Mouse siano comprensivi. Ecco la storia: il Topolinia non vince più da quando, tanti anni prima, la Coppa che aveva appena conquistato scomparve misteriosamente. Da allora la maledizione si è abbattuta sulla squadra, che non è più riuscita a ottenere successi. Del grande team che trionfò non resta che il ricordo e i tifosi sono rassegnati al peggio, frustrati da decenni di batoste.
Come capita solo nelle favole, ci sarà il lieto fine: la Coppa verrà ritrovata dall'orecchiuto protagonista, investigatore provetto, la vittoria ritornerà magicamente ad arridere ai colori topolinieschi e anche gli spettri dei giocatori del "Topolinia che fu" potranno sfilare, felici, insieme al proprio trofeo.
Pochi mesi prima dell'uscita di questa bella favola sportiva, da Christie's, a Londra, era stata battuta all'asta la Coppa Italia vinta nel 1943 dal Grande Torino, finita da tempo nel giro dei collezionisti di memorabilia di calcio, a rischio di andare definitivamente perduta. Ci parve di riconoscere qualche tratto della vicenda nell'avventura del topo più famoso del mondo. In quella squadra che festeggiava in spirito il proprio trionfo immaginammo che fosse stato nascosto un frammento della nostra leggenda. Probabile che fosse solo un nostro sogno di tifosi, ma Topolino è sempre stato uno specchio dei tempi, in grado di rivisitare la Storia trasformandone in topi o in paperi i protagonisti, anzi, diventare un personaggio Disney è un onore che tocca a pochi VIP privilegiati.
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In questi nostri giorni di illusione, quando qualsiasi fiato di voce diventa vento e la speranza assomiglia talvolta alle bibite energizzanti, talaltra alle stelle e strisce della bandiera americana o a montagne di petrodollari, sarebbe bello poter fuggire nel mondo parallelo dei fumetti. Potremmo sognare un'asta scatenata tra Paperone e Rockerduck per l'aggiudicazione della nostra beneamata squadra. A rischio che il vincitore sia il de' Paperoni di ben nota tirchieria a discapito dell'acerrimo rivale, costretto a mangiarsi per l'ennesima volta il cappello. Per una volta ci toccherebbe tifare per l'antagonista, meno miliardario ma più spendaccione e sufficientemente danaroso da acquistare tutti i campioni sulla piazza per costruire uno squadrone invincibile. A meno che... A meno che il megamiliardario con il cilindro decidesse di delegare la gestione della nuova proprietà a Paperino, il nipote pigro e imbranato, per niente portato per gli affari ma simile a noi, sfortunato e sempre pronto a imbarcarsi in mille avventure dalle quali torna sano e salvo nonostante i dispetti della sorte. Inoltre, stando alla copertina di Topolino Goal del 15 febbario 2014, sulla quale Donald Duck esulta in maglia granata mimando il gesto delle corna di Marco Ferrante, sembra che il papero condivida la nostra fede calcistica.