E noi tifosi abbiamo dovuto subire tutto questo, senza avere nessuna possibilità di reagire. La filosofia della franchigia ha portato i prezzi dei biglietti dell’Old Trafford (la casa del Manchester United) ad oltre 100 sterline, svuotando lo stadio dalla classe operaia e proletaria di Manchester. Non è questo il futuro che Matt Busby aveva prefigurato per il “Teatro dei Sogni” (così viene chiamato lo stadio Old Trafford). Il Teatro dei Sogni di Matt Busby non doveva essere una macchina mangiasoldi, ma un posto dove la gente potesse essere, almeno per un attimo, felice. Anche con poco. A questo sogno lui ha dedicato tutta la sua vita e tutto il suo dolore per la perdita nella tragedia di Monaco dei “Busby Babes”. Inorridirebbe, zio Matt, vedendo uno United ormai diventato un “corporate football” più che un club sportivo. Una corporate football che in dodici anni ha creato un debito di quasi 600 milioni di euro sul bilancio del club e un guadagno, stimato per molto difetto, di oltre cento milioni di euro (dati della borsa di New York) per la famiglia Glazer. I proprietari dello United sono da anni proprietari, come ho detto, anche di una squadra di baseball, lo sport americano per definizione. Nel baseball, come in tutti gli sport professionistici made in USA, sono delle regole ferree, e che non possono in nessun modo essere trasgredite o derogate, che consentono la reale regolarità di tutto un sistema sportivo.
Nessun club USA, per esempio, può contare sull’andamento verso l’alto o verso il basso delle quotazioni dei giocatori, dato che tutti i trasferimenti avvengono praticamente nell’ equivalente “parametro zero”del calcio europeo. Inoltre nessuna squadra può dare in prestito un giocatore ad un’altra squadra, con tutte le conseguenze positive che si possono immaginare. In buona sostanza: in nessun modo un giocatore può diventare un asset di una squadra USA in sede di mercato giocatori. Questo perché, anche nel Paese del libero mercato più spinto, sono le regole, rispetto agli interessi particolari, a dover primeggiare. Questo fa sì che nessuna squadra diventi mai veramente troppo più forte delle altre e nessuna squadra diventi mai veramente più debole delle altre. Concetto fondamentale del fairplay sportivo. Fa pensare che proprio una proprietà americana, i Glazer, abituata ad obbedire alle regole di gestione del campionato di baseball, abbia usato e stia usando metodi da capitalismo selvaggio, in spregio a qualsiasi concetto etico e del fairplay sportivo. Ma, come recita un vecchio proverbio ceco, “se pensi di aver toccato il fondo, tendi l’orecchio: sentirai qualcuno bussare sotto di te”.
Anthony Weatherill / Carmelo Pennisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)