Cosa resta allora a chi vuole sovvertire l'ordine precostituito delle gerarchie "imposte"? Organizzazione, i due o tre giocatori che esplodono in quella stagione e fanno la differenza (e che poi al mercato successivo vengono saccheggiati o attirati dalle sirene del guadagno) e poco altro. Come fare a combattere l'arroganza di chi si sente al di sopra della contesa sportiva, di chi non accetta di giocare ad armi pari? Gli americani dicono "fight fire with fire", combatti il fuoco col fuoco, cioè usa le stesse armi del tuo nemico. E questo ha fatto Mourinho. Una partita indecente illuminata da una giocata individuale (la punizione di Mata) e da un mezzo regalo degli avversari (Szczesny) gli hanno fatto battere l'avversario al quale il "buon" Mou non ha risparmiato un'arroganza fuori luogo, ma tutto sommato non così lontana da quella che in modi meno eclatanti ci siamo trangugiati obtorto collo tante volte nelle affettate conferenze stampa post partita di Allegri e soci.
Ripeto, non è roba da Toro, perché lontana anni luce dal nostro dna e poi perché stiamo parlando di una ristretta elite del calcio, di cui anche il Manchester United fa parte, che può permettersi di prendere e dare schiaffi perché "inter pares".
Solo chi vive a Torino sa quanto un certo "stile Juve" sia fastidioso e subdolo ed esuli dalle cose di campo per estendersi all'intero tessuto cittadino: pertanto godiamo per le vittorie del Toro, ma non siamo completamente insensibili agli scivoloni dell'altra sponda. Chi lo trova patetico, forse non sa bene di cosa parliamo... Certo, noi mai avremmo fatto un gesto come quello di Mourinho: l'ironia e il sarcasmo che riserviamo a quelli che qualcuno definisce impropriamente "i cugini" (ma anche no, grazie!) è più fine e superiore, ma come si suol dire, il nemico del tuo nemico è un tuo amico, per cui bravo Mourinho! Alla faccia del perbenismo da quattro soldi di cui la penisola italica abbonda, salvo poi scoprire quasi sempre che in questo Paese di solito chi predica bene razzola male, male, male...
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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