Torna un nuovo appuntamento con “Granata dall’Europa“, la rubrica di Michele Cercone: "La vittoria di Cagliari ha confermato quanto di buono visto nelle uscite precedenti con il Napoli e con il Genoa. La squadra è capace di costruire gioco..."
La vittoria di Cagliari ha confermato quanto di buono visto nelle uscite precedenti con il Napoli e con il Genoa. La squadra è capace di costruire gioco e di gestire le gare per larghi tratti. La ben consolidata solidità difensiva si è dimostrata la chiave di volta per costruire risultati positivi. I soli 19 gol subiti fanno della difesa del Toro la terza meno battuta del campionato. Le sei sconfitte subite ci mettono tra le sei squadre che hanno perso meno partite. Le dieci gare senza subire gol segnano un record mai raggiunto dalla squadra a questo punto della stagione e certificano la salute di un reparto di ferro. La novità di queste ultime gare è che finalmente si registra anche una capacità produttiva in attacco che era stato finora il tallone d'Achille della formazione di Juric. Tolta la gara di Genova, con squadre bloccate e spazi intasati, con Napoli e Cagliari il Toro ha creato molte occasioni da rete. Il problema è legato piuttosto alla capacità di concretizzare il volume di opportunità create.
Come visto a Cagliari, non chiudere la partita quando se ne ha la chance puo' trasformare i finali in terni al lotto da cui non sempre si esce vincitori. Il recente filotto di risultati, e la qualità del gioco espresso, dicono che la partita per l'Europa è ancora aperta e che - anche se l'improssione è di non essere tra le squadre più attrezzate - questo Torino puo' ancora dire la sua nella corsa verso le coppe. Per continuare la rincorsa alle formazioni che ci precedono, serve pero' uno sforzo della società. Gli infortuni di Ilic, Ricci, Djidji e purtroppo di Buongiorno (a cui vanno tutti i nostri auguri) sono un campanello d'allarme che Vagnati e Cairo non possono e non devono sottovalutare. La panchina di quest'anno è meno desolante di quelle stagioni precedenti, e ha saputo sopperire a situazioni complicate, ma la strada verso la fine del campionato è ancora irta di rischi. Il cambio di modulo ha reso meno rilevante il ruolo delle tante mezzali in rosa, aumentando invece il peso specifico di ruoli per i quali non ci sono due potenziali titolari. Servono innesti di qualità sulle fasce (a sinistra soprattutto, ma anche a destra per far rifiatare Bellanova) e in attacco, dove il passaggio a due punte rende insufficiente la presenza del solo Pellegri.