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Ma cos’altro deve succedere perché il Toro prenda un centrocampista?

Il Granata Della Porta Accanto / Per vincere le partite occorre anche saper costruire gioco ed il nostro centrocampo non è in grado di farlo

Alessandro Costantino

Una squadra che non fa un tiro in porta in novanta minuti in 11 contro 10 (Toro-Spezia) e non vince una partita in 11 contro 9 (Toro-Fiorentina), non ha un problema di punte che non segnano ma di centrocampo che non sa costruire. Le situazioni di superiorità numerica sono tipiche negli allenamenti sin dalla scuola calcio perché insegnano ai giocatori a fare le scelte giuste ed i movimenti giusti per sfruttare gli spazi leggendo i movimenti dei difensori: triangoli, sovrapposizioni, uno-due, sono tutte cose che negli ultimi venti minuti di partita con la Fiorentina non si sono visti praticamente per nulla dato che le azioni erano tutte finalizzate a fare cross dalla trequarti. Si dirà che grazie ad uno di questi cross siamo riusciti a pareggiare, ma la verità è che se si fosse giocata la palla a terra con lucidità e con i giusti movimenti si sarebbero create molte occasioni in più e probabilmente i gol sarebbero arrivati. Ne consegue che al di là di un grosso problema di personalità di molti elementi della rosa, Nicola si trova (come i suoi predecessori, peraltro…) a dover far fronte ad un problema di scarsa qualità del centrocampo. Ora davvero io mi chiedo, e lo dico apertamente in maniera deliberatamente polemica, ma quante altre figuracce dobbiamo fare perché la dirigenza (ma forse sarebbe meglio dire il presidente, visto che ormai ha avocato a sé anche le funzioni di direttore sportivo trattando di persona con gli agenti dei giocatori e con i direttori sportivi delle altre squadre…) si decida a comprare, o a prendere in prestito, uno o due centrocampisti che servono a questa squadra  come l'ossigeno? E non mi si venga a dire, come ha fatto in maniera sfacciata Vagnati, che Baselli sarà il nostro "acquisto di gennaio" perché lo sappiamo tutti che non sarà lui, purtroppo, a risolvere il problema del centrocampo. Ci vogliono innesti "veri" in termini di qualità e di ruolo (un regista o comunque un giocatore che detti i tempi e non abbia paura quando ha la palla tra i piedi) . È una carenza talmente grande e certificata dai pareri degli esperti di calcio e dalle lamentele dei tifosi che già al primo giorno di mercato si sarebbe dovuto chiudere con almeno uno o più obbiettivi  individuati da tempo in modo da concedere alla squadra la possibilità di giocarsi una fetta di salvezza nel mese di gennaio con più armi a disposizione. Siamo invece a meno di due giorni dalla fine del calciomercato e abbiamo visto gettare 7  miloni di euro su di una punta, Sanabria, quando quei soldi sarebbero serviti per arrivare ad un centrocampista in grado di far girare la squadra e magari anche avere nei piedi le giocate giuste per innescare le punte.

Nicola ha portato una ventata di aria nuova, di idee positive e di metodologia di lavoro differente che rischia di abortire sul nascere se non sarà supportata da un deciso intervento della società sul mercato. In fondo questa squadra ha perso solo una delle ultime otto partite, un ruolino che non sarebbe nemmeno così male se non cozzasse con il dato che vede un desolante zero nella casella delle vittorie in casa e, più in generale, di sole 2 vittorie in 20 partite. Per salvarsi,ahimè,non basta solo pareggiare, ma occorre anche vincere almeno altre 5 o 6 partite e per vincere non basta giocare di rimessa, ma occorre anche costruire gioco ed il nostro centrocampo non è in grado di farlo. Ci sono poi altre certezze "al contrario" che non aiutano a rendere più semplice questo percorso su cui si vuole cimentare Nicola: una di queste è che Verdi, questo Verdi, può benissimo stare in panchina tutto il girone di ritorno perché non serve a questa squadra. Il ragazzo è veramente l'ombra di sé stesso (sempre che diamo per scontato che il vero Verdi sia quello di Bologna, ma non ne sarei così sicuro…). Un giocatore così, che sbaglia quasi tutti i palloni che tocca, è meglio che non dia una mano, ma che guardi i compagni seduto a bordo campo. Capisco anche che Nicola voglia cercare di coinvolgere tutta la rosa nel suo progetto, ma davvero con Verdi da un anno a questa parte sembra una battaglia persa. Come lo è Rincon regista, un Linetty impalpabile e una difesa che dà sempre l'idea di implodere su se stessa da un momento all'altro.

Confido nelle prossime quarantotto ore perché si metta una pezza al problema del centrocampo, il vero male oscuro di questa squadra. Qualunque giustificazione al mancato arrivo di un forte centrocampista sarà l'ennesima aria fritta propinata ai tifosi. I quali chiedono semplicemente che si facciano le cose per il bene del Toro e che continuano a non capire perché ciò non avvenga. Sarebbe bello che un giorno qualcuno, oltre a farci l'elenco di tutte le mirabolanti stagioni positive di questi ultimi quindici anni, ci spiegasse questo perché.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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