Anche a Cagliari la squadra di Longo non ha saputo completare una rimonta che premiata da un pareggio quasi miracoloso avrebbe lasciato il gusto in bocca come se si fosse trattato di una vittoria (oltre ad un punto in più fra noi e Lecce e Genoa…) Sino ad inizio del secondo tempo, invece, i fantasmi del periodo pre-lockdown sono riapparsi in tutto il loro desolante terrore mostrando nuovamente una squadra che si è sciolta in difesa ed è stata a lungo incapace di fare un gioco propositivo con degli sbocchi interessanti in attacco. Aggrappiamoci, quindi, per ripartire, a quell'uno-due di Bremer e Belotti che ci ha illuso di poter fare una remuntada tipo quella subita sulla nostra pelle a Verona: potrebbe essere stato il segnale positivo che la squadra è viva e lotterà fino alla fine. O almeno così io voglio ardentemente credere.
L'immagine del Toro di Cagliari, a parte la colossale ingenuità dell'intervento di Nkoulou, intervento che manco alla scuola calcio si vede sul movimento dell'avversario che si gira verso l'esterno e che pertanto andrebbe solo accompagnato verso il fondo senza entrare rischiando inutilmente il penalty, è racchiusa in due flash che dicono tanto sulle difficoltà attuali dei granata: Izzo che cerca letteralmente di placcare un cagliaritano sulla fascia e non riesce nemmeno a fargli fallo e la punizione dal limite del secondo tempo tirata da Verdi sulla barriera. Due immagini che ci danno l'idea di quanto al Toro oggi manchi cattiveria e solidità difensiva oltre a parecchia qualità davanti. Se nelle prossime partite questi due ingredienti non verranno rimpinguati salvarsi sarà molto dura. Nelle prossime gare occorrerà vedere una squadra brutta, sporca e cattiva che faccia punti, non importa contro chi e non importa come. Anche cominciando a pareggiare che a questo punto varrebbe quanto una vittoria…
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