A mio parere lo spartiacque dello sperato salto di qualità del Torino si giocherà su un doppio binario: da un lato il recupero completo, e per completo intendo con i 90' nelle gambe unitamente al ritmo gara, degli infortunati (si è visto, ad esempio, che Djidji e Lyanco sono ancora lontani da una forma ed un rendimento ideale), in modo da dare a Mazzarri un ventaglio di scelte tattiche più ampio e variegato, dall'altro un'omogeneizzazione dello stato di forma dell'intera rosa in modo tale che l'intensità in campo sia sempre la stessa per tutti gli undici (o quattordici, come ama dire Mazzarri) giocatori che il mister sceglie di partita in partita. È chiaro poi che gente come Berenguer, Meité, Aina, Bonifazi, Bremer, Lyanco o Parigini devono decidere "cosa fare da grandi", cioè mostrare di avere la personalità di affermarsi in una squadra che lotta per le prime 6/7 posizioni della Serie A. A questo si deve aggiungere l'impatto che Laxalt e soprattutto Verdi potranno avere sul tasso globale di qualità che il Toro potrà mettere in campo. Migliorare una squadra in fondo vuol dire anche questo: aumentare il numero di giocatori che, come Belotti e Sirigu, sono decisivi per fare più punti possibili. Va bene l'organizzazione che ha dato Mazzarri, va bene la consapevolezza della forza del gruppo che il mister sta plasmando, ma alla fine della fiera sono i colpi dei giocatori che spesso decidono le partite o le indirizzano verso il risultato sperato.
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E allora non è questione di ottimismo o pessimismo di noi tifosi verso il Toro e i suoi risultati, ma è semplicemente questione di evoluzione di questa squadra: se ci sarà nei modi a cui abbiamo accennato, certi obiettivi potranno diventare raggiungibili, altrimenti si rimarrà al di sopra della mediocrità aggrappandosi alle parate miracolose di Sirigu o ai gol incredibili di Belotti, ma senza poter ambire ad un vero salto di qualità. Con buona pace dei nostri mal di testa…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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