Astori domenica mattina ci ha lasciati scuotendo tutto il calcio italiano. Ho appreso la notizia prima di raggiungere la squadra di Promozione per la quale ricopro il ruolo di addetto stampa. Sono uscito di casa completamente attonito chiedendomi come fosse possibile la morte di un ragazzo giovane e sano. Oggi apprendiamo dall’autopsia che Davide Astori è morto a causa di una bradiaritmia, il suo cuore nel corso della notte ha rallentato a tal punto da fermarsi. Se da un lato una casualità del genere può considerarsi inconcepibile per un ragazzo di trentuno anni, dall’altro una simile diagnosi fa comprendere che non sempre l’essere umano può prevenire tragedie simili.
Oggi Astori non c’è più. Sulla sua persona leggo di un bravo ragazzo dalla spiccata sensibilità. Non ho difficoltà a credere in quel che trapela sul suo conto, perciò ho voluto condividere questo ricordo, magari un po’ stupido, perché inconsapevolmente ha contribuito a regalarmi una piccola soddisfazione in un periodo non semplice della mia vita personale. Non mi resta dunque che abbracciare affettuosamente la famiglia di Davide e tutti i tifosi viola. Sono sicuro che la sua assenza si farà purtroppo sentire, ma sono altrettanto persuaso che da lassù, in qualche modo, riuscirà a dare forza a sua moglie e a proteggere sua figlia, oltre che a fornire il suo contributo per aiutare la sua Fiorentina.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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