SULLE ORME DEL CHICO – Che Palermo attenderci domani pomeriggio? C'è un portiere, Ujkani, non molto alto, che esce poco, pochissimo, quasi mai. La difesa a tre è sistematicamente alta: Munoz, Von Bergen, Donati? Nessuno di loro certamente è un campione, anzi! Poi due esterni – gli ex del Novara Morganella e Garcia - che devono arare le fasce. Entrambi, quando difendono, sono piuttosto fallosi e rischiano spesso di abbassarsi ancor più dei loro colleghi difensori. Per Bianchi e i suoi l'imperativo è giocare sempre o quasi sul filo del fuorigioco. Atteggiamento questo che pagherà, eccome, visti i precedenti delle squadre allenate da Gasperini. Certo ci vorrà quel killer instinct, quel cinismo sotto porta che in serie A distingue una grande squadra da una normale. Nel secondo tempo a Bergamo lo abbiamo visto, ma nelle altre gare? A centrocampo si segnala il furetto tuttofare Aravelo Rios, titolare nell'Uruguay di Tabarez, che svelle palloni su palloni dai piedi degli avversari e macina chilometri su chilometri senza mai fermarsi. Molto bravo nel cantare e portare la croce anche il suo compagno di reparto, il paraguayano Edgàr Barreto. Palla a terra, pressing asfissiante e mai, o quasi mai, lanci lunghi o traversoni dalla sua metà campo. Tattica dispendiosa, quella voluta dal Gasp, che richiede concentrazione e applicazione da parte di tutti: sta al Toro approfittare delle battute a vuoto dei rosanero. A Palermo il Toro non vince da 50 anni. Nel '62 fu 0-1 con gol per i granata del compianto Chico Locatelli. Se la legge dei grandi numeri contasse qualcosa ...
ILICIC BRUTTA BESTIA – Alto, dinoccolato. Corre, dribbla, si diverte a distribuire con classe sopraffina palloni invitanti qua e là. Non è più quel bietolone involuto che faceva arrabbiare i fans siciliani a ogni occasione. Sta tornando imprevedibile come ai bei tempi in cui lo allenava Delio Rossi. Josip Ilicic, di lui stiamo parlando, è la variabile impazzita di questo Palermo. Va affrontato domenica da Ogbonna & company con grandissima attenzione. Gasperini saggiamente lo impiega tra le linee di centrocampo e il tandem d'attacco Giorgi-Miccoli. Le fasce sono il suo terminale offensivo preferito. Da lì lui può far male veramente. Lo ha dimostrato a Marassi due sabati or sono quando, dopo uno scatto bruciante col pallone incollato sul piede, ha messo dall'out sinistro sulla testa di Giorgi il pallone del provvisorio vantaggio sul Genoa. La difesa rossoblu era perfettamente schierata, nell'occasione, ma altrettanto impotente: e ti credo, quando certe traiettorie sono così al bacio un gol così lo becchi di sicuro! Uscito lui dal campo fra i rosanero è scesa la notte: speriamo che il tecnico di Grugliasco, come a Genova, voglia risparmiarlo nel finale anche domani!
Renato Tubère
(foto M.Dreosti)
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