Ci siamo tutti illusi che i muri avrebbero riportato la “magia”, ma la verità è che sono (ed erano) le persone a fare del Fila un luogo speciale, quasi mitico. E con un presidente che sta a Milano e pensa più ai conti che ai risultati sportivi, un ds che non ha fiuto per i giovani talenti e ha tremendismo solo quando mette a segno una plusvalenza e una società praticamente inesistente nelle altre figure diventa difficile far del Filadelfia ciò che è stato in passato. Non per questo però bisogna gettare la spugna e considerare deludente il ritorno al Fila. Innanzitutto perchè il progetto nel suo insieme non è ancora terminato visto che sono ancora da costruire i lotti 2 e 3. In secondo luogo perchè è fisiologico che serva tempo per ricreare quel circolo virtuoso che dagli anni Trenta aveva fatto vedere i suoi effetti benefici fino all'alba dei Novanta.
E' chiaro che il Torino inteso come società dovrebbe metterci qualcosa di più nel Fila. E non solo a livello di soldi investiti. Dovrebbe essere il primo a far capire coi fatti che il Filadelfia non è solo un centro sportivo di allenamento, ma una parte fondamentale del suo esistere come club calcistico: il Barcellona ha come motto "mès que un club" (tradotto "più di un club") e il Filadelfia dovrebbe essere esattamente per il Torino ciò che questo motto sostiene. Molto più di un campo...
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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