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Bremer. Una scelta che fa discutere

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Torna l'appuntamento con "La Scossa Granata": "L’operazione avrebbe consentito il là alla necessaria campagna acquisti del Toro..."

Michelangelo Suigo

Lo sapevamo. Ne abbiamo anche parlato qui. Era solo questione di tempo per la cessione di Gleison Bremer. Ma, come ci eravamo detti, l’operazione avrebbe consentito il là alla necessaria campagna acquisti del Toro. Se si vuole provare a migliorare la buona stagione precedente, come mister Juric ha detto di volere, sono indispensabili almeno tre titolari in reparti chiave e alcune riserve. E servono risorse fresche. Sapevamo perfettamente che la cessione di Bremer era il “tappo” alle entrate. Quello che non avremmo immaginato era l’asta che si è scatenata tra Inter e Juventus. Certo, il difensore brasiliano non ne ha fatto un mistero: vuole giocare la Champions, così finalmente anche il CT del Brasile, Tite, si potrà accorgere di lui e avrà così la chance di partecipare ai Mondiali in Qatar con la Seleçao. L’Inter era molto avanti ma, stando ai bene informati, hanno tirato troppo la corda con un’offerta decisamente irricevibile: prestito con diritto di riscatto più il prestito del giovane e promettente centrocampista della Primavera, Casadei. Valore complessivo 30 milioni + 5 di bonus + 7,5 di valorizzazione per Casadei. E quindi si sono inseriti i nostri eterni rivali, sferrando un attacco consistente, forti della cessione faraonica di De Ligt al Bayern (70 milioni + 10 di bonus). L’offerta di 40 milioni (subito) + 7 di bonus è stata formalizzata ed è stata accettata dal Toro. E così, Bremer si accaserà a Venaria. Mentre scriviamo, a poco più di due ore dall’amichevole in Austria con il Mlada Boleslav, il pullman del Torino è partito per Perg senza il brasiliano, rimasto comprensibilmente in hotel, in attesa di novità sulla definizione del suo ingaggio (si dovrebbe trattare di 4 milioni all’anno + 1 di bonus).

Sicuramente questa scelta fa e farà discutere. A giudicare dal mood sui social network (che però, lo sappiamo, non sono un campione statistico attendibile) il popolo granata è pressoché spaccato a metà, tra chi ritiene meglio fare cassa e chi non sopporta l’idea che Bremer possa giocare alla Juve. Si potrebbero scomodare i tanti precedenti (Bruno, Ogbonna, Balzaretti, Serena, Quagliarella…) per “giustificare” il passaggio ma, forse, è più semplice il ragionamento utilitaristico. Nel calcio moderno non ci sono più le bandiere (vero Belotti?) e la differenza la fa la disponibilità di cassa. Fine delle trasmissioni, che piaccia o no. Poi c’è il sentimento, la fede, la passione. Ne abbiamo già scritto in questa rubrica. Noi ci crediamo, eccome se ci crediamo. Ad esempio, tutti ci ricordiamo Bremer che, sotto la Maratona all’ultima di campionato contro la Roma, saltava al coro “Chi non salta bianconero è”. Ma occorre essere lucidi e cinici. Il calcio è questo.

Ora, di sicuro, occorre recuperare il tempo perduto, acquistando rapidamente un difensore centrale che lo possa sostituire, in modo da permettergli di inserirsi al meglio negli schemi difensivi di mister Juric. E occorre completare la rosa comprando due trequartisti e, forse, un centrocampista centrale. Almeno tre titolari indispensabili per alzare il livello quali-quantitativo della squadra. Ora il “tappo” è saltato. Forza Toro.

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata. 

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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