La cessione di Samuele Ricci al Milan, giovane nazionale e capitano del Toro, è ormai solo da ufficializzare. Sebbene per molti questa mossa fosse nell'aria da tempo, le discussioni intorno al suo addio non accennano a placarsi. Quali considerazioni si possono fare su un trasferimento che, per quanto quasi certo, continua a generare dibattito?


La scossa granata
Ricci: un addio scontato ma non silenzioso
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Una necessità economica? Di sicuro il calcio moderno è sempre più orientato verso la sostenibilità economica. Per squadre come il Toro, la cessione di giovani talenti come Ricci rappresenta spesso una via obbligata per generare plusvalenze e reinvestire nel mercato. Ricci, con le sue prestazioni in campo e la sua giovane età, ha raggiunto una valutazione tale da renderlo un asset prezioso. Vendere ora, quasi al culmine del suo valore, potrebbe essere una mossa strategica per massimizzare il profitto e finanziare nuovi acquisti, magari in ruoli dove la squadra ha maggiori carenze.
L'ambizione del giocatore, che fin da ragazzino non ha nascosto il suo amore per i rossoneri, e la sua crescita professionale lo hanno spinto ad accettare di buon grado la destinazione di Milanello. Al di là delle logiche societarie, c'è, infatti, anche da considerare l'ambizione del giocatore. Un giovane capitano con presenze in nazionale, desideroso di misurarsi a livelli più alti, potrebbe vedere nella cessione l'opportunità di approdare in un club con maggiori chanches. Questo non è un tradimento, ma una normale evoluzione della carriera di un calciatore professionista che cerca di raggiungere il suo massimo potenziale. Il Toro, pur essendo una piazza storica e di grande calore, potrebbe non offrire nel breve termine le stesse prospettive di crescita a livello internazionale che un club come il Milan potrebbe garantire.
Per i tifosi granata, la partenza di un simbolo è, al contrario, sempre un colpo al cuore. Veder partire un capitano, l'ennesimo, diventato un punto di riferimento in così poco tempo, è difficile da accettare. Questo spiega le discussioni e il malcontento che, nonostante la percezione di inevitabilità, continuano a serpeggiare. La realtà del calcio, però, impone spesso scelte difficili che non sempre collimano con il sentimento di appartenenza e l'affetto per la maglia. Spetta alla società comunicare al meglio le ragioni di queste scelte e dimostrare, con gli acquisti futuri, che la cessione di Ricci non sarà un depauperamento, ma un'opportunità di rafforzamento.
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Il Toro si trova di fronte alla delicata operazione di massimizzare la cessione e contemporaneamente identificare un sostituto all'altezza. Non è sufficiente incassare una cifra importante. È fondamentale che i 23 milioni (+ 2 di bonus) vengano reinvestiti intelligentemente per non indebolire la rosa. La capacità del club di individuare e acquisire giocatori che possano colmare il vuoto lasciato da Ricci sarà il vero banco di prova per questa operazione.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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