Il consiglio del Presidente Urbano Cairo di adottare il modulo 3-5-2 non è solo una suggestione tattica, ma un richiamo a una dinamica classica, e spesso controversa, del calcio italiano: l'intervento del patron sulle scelte tecniche. La storia, da questo punto di vista, offre illustri precedenti. L'esempio più lampante è quello di Silvio Berlusconi, che al Milan "suggeriva" costantemente, anche a mostri sacri come Arrigo Sacchi, modulo e giocatori da utilizzare. Poco dopo più di due mesi dalle dichiarazioni lapidarie di mister Baroni sul doppio esterno e sul 4-2-3-1, lo stesso allenatore granata ci ha un po' disorientato con continui cambi di modulo. Anche nell'ultimo match contro la Lazio per larghi tratti la squadra ha giocato proprio con il 3-5-2, con Simeone e Ngonge davanti.

La scossa granata
Toro col 3-5-2? Le parole di Cairo sul modulo e le scelte di Baroni
Ora, il Presidente ha detto espressamente che "il 3-5-2 è forse il sistema migliore per avere forza offensiva, ma anche una protezione importante della difesa". Certo è che, al di là della questione di principio, l'interrogativo cruciale è se il 3-5-2 sia la soluzione giusta per la rosa granata. Questo modulo, con il suo assetto solido a centrocampo e, sulla carta, la spinta degli esterni, potrebbe offrire una base di maggiore compattezza, particolarmente utile contro squadre più attrezzate. La presenza di due punte (si pensi a un potenziale tandem tra Simeone/Adams, Simeone/Ngonge, in attesa del miglior Zapata) garantirebbe poi peso e profondità in attacco. Al tempo stesso, uno dei nodi è la collocazione di giocatori come Nikola Vlasic. Il croato, tipico trequartista, rende al meglio in un modulo che gli consente di giocare dietro la/e punta/e (3-1 o 2-1 o 1-2), agendo tra le linee. Nel 3-5-2, Vlasic verrebbe presumibilmente impiegato come mezzala offensiva, pestando i piedi alle mezzali in rosa.
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Sebbene in passato abbia già ricoperto questo ruolo, va ricordato che comporta maggiori compiti difensivi e lo allontana dalla porta, rischiando di sacrificarne la sua pericolosità negli ultimi 25 metri. Potrebbe invece beneficiarne proprio Ngonge. L'esterno belga è un profilo da ala o seconda punta, il cui punto di forza è l'uno contro uno e il tiro da fuori, come abbiamo visto, non a caso, contro la Lazio. Sia come sia, la mossa di Cairo mette probabilmente pressione sull'allenatore, ma l'analisi della rosa suggerisce che il 3-5-2 non sia necessariamente un dogma, ma una delle possibili soluzioni. Probabilmente il Toro ha bisogno di flessibilità tattica, in modo da adattare la formazione agli avversari. Se Baroni riuscirà a trovare un equilibrio che non soffochi Vlasic come mezzala e trovi una posizione efficace per l'estro di Ngonge (magari alternando moduli o con varianti tattiche in corso), il suggerimento presidenziale potrebbe trasformarsi in una risorsa. Quello di cui abbiamo sicuramente bisogno è un modulo che ci garantisca solidità, idee e gioco. E provarci già con il Napoli sabato non sarà certo facile, ma sicuramente doveroso.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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