Antonio Conte ha dichiarato, definendo Mourinho una persona poco informata, di essere stato assolto dalla giustizia ordinaria italiana. Scorrendo un passo delle motivazioni della sentenza di assoluzione di Antonio Conte e Angelo Alessio (suo vice allenatore) si legge:”… non ricoprendo l’allenatore di una squadra di calcio professionista il ruolo di pubblico ufficiale… ne consegue che un allenatore e tanto meno il vice allenatore di una squadra di calcio, non sono obbligati alla comunicazione dell’eventuale notizia di reato di una frode sportiva all’autorità giudiziaria”. Facendo un’opera di doverosa sintesi, non potendo in questa sede riportare tutte le motivazioni della sentenza, Antonio Conte e Angelo Alessio sono stati assolti per non aver commesso il fatto per quanta riguarda un intervento diretto della compravendita della partita AlbinoLeffe-Siena, ma non sono stati giudicati (perché l’omissione non è un reato penalmente perseguibile) per quella che il giudice Pier Paolo Belluzzi chiama “…un atteggiamento di mera connivenza al più un azione omissiva, individuabile in quel mancato intervento al richiamo di doveri relativi al corretto comportamento sportivo…”.
Ne consegue in modo evidente che, nella polemica con Mourinho, l’allenatore, ora del Chelsea, ha detto una mezza verità e una mezza bugia. E tutto questo in un regime di seconda occasione. Quindi ritorniamo a quello che veramente interessa a chi ama lo sport, e cioè alle ragioni della giustizia sportiva per la quale il reato di omissione invece (in base all’art.7 CGS) è cosa assai grave e doverosamente da perseguire. Per questo Antonio Conte, alla fine di tutto l’iter della giustizia sportiva, è stato squalificato per quattro mesi. E ritorniamo, così, al fatto (fu tragicomica la dichiarazione del presidente della FGCI, Carlo Tavecchio, in cui espresse “grande soddisfazione dell’assoluzione di Antonio Conte decisa dal tribunale di Cremona. La mia fiducia in lui non è stata mai in discussione”. Fiducia nel non avere mai venduto una partita o nel non aver mai commesso omissione sulla compravendita della stessa? Mah…).
Considero la compravendita di una partita il reato più grave che si possa commettere nello sport, ancora più del doping. Gli atleti della Germania dell’Est, che usavano dosi massicce di Oral Turinabol (potente anabolizzante sintetico prodotto dai laboratori della Germania dell’Est), “compravano” sicure migliori prestazioni sportive, ma non compravano sicuri risultati (inoltre questi atleti si allenavano fino a 14 ore al giorno). Non voglio, ovviamente, giustificare il doping; ma solo porre il giusto accento su quanto sia grave vendere una partita. Non so dirvi, onestamente, se sia stato giusto concedere a Conte una seconda opportunità. Per me vale nello sport, come nella vita, il concetto di “giusto” e “sbagliato”. Lo sport può anche perdonare chi sbaglia, ma ha il dovere di preservare un filo di memoria; ricordando ai suoi figli caduti in errore che un coerente percorso di redenzione è necessario verso i giovani e i bambini che continuano a guardarli con occhi incantati. Charles Dickens (celebre autore di capolavori come Oliver Twist e David Copperfield) aveva una sua precisa idea sull’omissione: ”in una parola, ero troppo codardo per fare quello che sapevo essere giusto, così come ero stato troppo codardo per evitare di fare quello che sapevo sbagliato”. Un po’ di coraggio, ogni tanto, servirebbe a ognuno di noi che amiamo il calcio. Per amore del gioco, per amore della vita.
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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