De Laurentis, in confronto al ragazzo di casa Fiat, è in tutta evidenza solo un'apprendista stregone. Andrea Agnelli, infatti, sta prefigurando il primo significativo scrollone al concetto di campionato nazionale in scena da più di duecento anni. L'Eca ha ordito una di quelle manovre da lasciare sbigottiti per la sua spregiudicatezza. Ha stabilito, nei suoi nuovi piani, una Champions con delle retrocessioni su modello Nation League, sperando di fornire uno specchietto per le allodole democratico ai tifosi. Ma se uno fa due conti da ragioniere, capisce subito come un campionato europeo per club con retrocessioni finirebbe per favorire i club economicamente più forti, favorendo la creazione di uno zoccolo duro che un giorno, inevitabilmente, porterà ad unico e logico sbocco: la creazione della SuperLega europea con modalità da franchigia. In questa settimana di caos calcistico si è anche assistito ad un dirigente dell'Ajax sostenere di volersi vendicare nei prossimi quarti finali di Champions della Juventus a suo dire dopata contro cui i “Lancieri” persero la finale del 1996 del massimo trofeo europeo. Dichiarazione assai grave questa di David Endt, e non solo perché cerca di farsi giustizia da solo e cerca di mettere in atto una pressione psicologica indebita sui prossimi avversari dell'Ajax in Champions, ma soprattutto perché relega al dibattito da bar dello sport un problema serio come il doping. Tutto questo senza una reazione di nessun organo sportivo europeo competente, magari più preoccupati di gesti volgari di qualche allenatore o giocatore nell'orgasmo, eccessivo, procurato da un gol. Inquieta, inoltre, il silenzio tombale del presidente Gravina, che in quanto presidente della Federcalcio dovrebbe difendere l'onorabilità di una sua squadra tesserata. Il caso del dirigente dell'Ajax e dell'intervista di Michel Platini rilasciata qualche giorno fa al Corriere della Sera, in cui si è proclamato vittima di una sentenza politica da parte della Fifa, pone qualche inquietante interrogativo: ci sarà qualcuno, nella martoriata Europa, che ancora rispetta le sentenze della magistratura e le regole della convivenza civile? Esiste in qualche anfratto coloro che hanno un'idea precisa del senso del pudore? Esiste una coscienza nella nostra classe dirigente? Ognuno, solo perché lo può fare, può davvero dire tutto ciò che gli passa per la testa? Consoliamoci, in questa terribile settimana trascorsa, con una buona notizia: Massimo Ferrero sta per cedere la Sampdoria. Non sarà male togliere un po' di pessimo cinema dal calcio italiano. Sperando sia l'inizio di una inversione di tendenza(lo so, sono un inguaribile ottimista), voglio salutarvi ponendomi un ennesimo quesito: vale ancora la pena essere una persona perbene? A voi l'ardua sentenza. Ma se guardiamo a quei carabinieri pronti a mettere a rischio il presente, la loro vita, per il futuro, la vita di 50 bambini tenuti in ostaggio su un autobus, sembrerebbe proprio che ne valga la pena. Quei carabinieri ci hanno ricordato che i soldi e l'interesse personale non sono tutto nella vita. Onoriamoli, e che nessuno pensi sia retorica.
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)