A Roma, città dove ho vissuto per diverso tempo, non perderebbero molto tempo in sofismi da psicoanalisi e rubricherebbero questi comportamenti del figlio di Umberto con una parola così sintetica ed esplicativa da includere in sé ogni tipo di ragionamento sofisticato: “paraculismo”. Dando per scontata la fiducia nella giustizia sportiva e ordinaria che farà il suo corso, dando per scontata la richiesta di scuse che Urbano Cairo ha intimato alla Juventus, dando per scontata la giusta indignazione dei tifosi granata, e dando per scontato che il giornalismo, nel caso di Report, ha fatto semplicemente il suo dovere e non ha infangato il nome della Juventus, come invece prefigurato dal figlio di Umberto, credo che il presidente della Juventus non possa cavarsela con un tweet di presa di distanze dagli striscioni incriminati. Credo che un dirigente sportivo, in nome dell’etica e dei valori dello sport, debba forse fare un gesto pubblico estremamente significativo, ma non per scusarsi con i tifosi del Toro(ai quali delle sue scuse temo non freghi nulla), ma per indicare una giusta via comportamentale ai tifosi bianconeri. Vada a Superga, Andrea Agnelli, a rendere pubblicamente omaggio al Grande Torino. Renda visibile questo omaggio sul sito ufficiale della società bianconera. Faccia comprendere all’Italia intera, di cui il Grande Torino è patrimonio, come le generazioni del dopoguerra, con immenso sacrificio e dedizione, abbiano ricostruito il loro Paese, trovando coraggio e ispirazione anche attraverso le formidabili imprese degli “Invincibili”. Sarebbe un giusto e doveroso ringraziamento ad un popolo a cui la famiglia Agnelli deve tanto per le sue fortune. Facendo ciò, il figlio di Umberto metterebbe un argine alla follia di quei “quattro” disgraziati e rimetterebbe ogni cosa al loro posto. Anche di questo, e soprattutto di questo, è fatta una classe dirigente. Andrea Agnelli provi, per una volta, a smentire la pessimistica conclusione di
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)