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Come costruire una macchina del tempo
Un romanzo per i bambini che fummo
Siamo stati bambini insieme
Marco P.L. Bernardi
Cose Note Edizioni
È facile costruire una macchina del tempo: basta sprofondare nel ricordo, in quel luogo in bilico tra il Sogno e la Storia e ritrovarsi in un battito di ciglia lì, in quel tempo e in quei luoghi remoti.
Nel mio nuovo romanzo ho tentato di costruire uno strumento per viaggiare all’indietro lungo gli anni, attraverso la vita, per scavare con le parole un tunnel in grado di mettere in comunicazione oggi con ieri.
Mi sono sempre dedicato alla letteratura di genere giallo e abbandonare la zona conosciuta per dare alle stampe il romanzo più intimo e coinvolgente è stata un’avventura nuova, bellissima.
La volontà di non perdere il passato, di non disperderlo nel rumore del presente che tutto ingloba e annichilisce, ha reso necessaria la scrittura di Siamo stati bambini insieme, uscito in questi giorni: gli anni Settanta sono i protagonisti, filtrati dalle lenti di un ricordo vivido. Gli occhi del bambino di allora sono pieni di luce e riportano allo sguardo ingrigito dell’adulto quei colori dimenticati. Trasferirli sulla carta li ha rivelati più vicini del previsto, al di là di un sottile diaframma di nebbia facile da attraversare, perché il nostro essere bambini è in noi, parte integrante dell’essere grandi, che altro non è se non il tradimento delle potenzialità esplodenti che avemmo da piccoli. L’intento è stato quello di realizzare un’opera nella quale tutti potessero riconoscersi, rifuggendo dall’autobiografia e dal reducismo, offrendo ai lettori l’opportunità di condividere con me il tuffo nel tempo: in fondo, anche se non ci siamo mai conosciuti o se siamo cresciuti in periodi diversi, siamo stati bambini insieme, con un patrimonio di sensazioni, pensieri e luoghi che ci accomunano in un unico palpito.
La mia macchina del tempo è a disposizione e vale la pena di farci un giro: sono stati anni belli e strani, quelli, caleidoscopio di frammenti irripetibili. E sono stati giorni a forti tinte granata, gloriosi: per tutti quelli venuti su a pane e Toro,sono stati momenti in cui la Storia con la esse maiuscola si è fusa con la nostra storia calcistica, culminando in uno scudetto che a noi piccoli sembrò far parte del naturale ordine delle cose, generando un senso di appartenenza che trasforma una squadra e una città in identità, in modo di essere e di vedere il mondo.
Quindi coraggio, bambini di allora e di ogni età, saltate a bordo dell’arca che valica i decenni! Troverete il Toro, troverete una Torino perduta con i suoi momenti andati ma non dimenticati, a cominciare dal mitico carnevale di Piazza Vittorio che ci faceva battere il cuore tutto l’anno in un’attesa spasmodica. Forse troverete un po’ di voi: se riuscirò a emozionarvi o a strapparvi una risata, avrò speso bene le mie pagine.
Buona lettura, bambini insieme!
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