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LASCIARCI LE PENNE

Il sadico piacere della goleada

Marco P.L. Bernardi
Marco P.L. Bernardi Columnist 
Torna "Lasciarci le penne" di Marco Bernardi: "Maramaldeggiare una volta ogni tanto è bello"

L'importante è esagerare

Enzo Jannacci

dall'album L'importante - 1985 DDD

Che l'importante sia esagerare, Jannacci lo cantava forte e chiaro nel 1985, condendo la sua tesi con una sfilza di quei nonsense che lo hanno reso famoso.

Era un esagerare che derivava dallo spararla grossa, dalle situazioni impacciate o imbarazzanti della persona comune, travolta dalla banalità dei giorni o dal grottesco della vita (come la ragazza che si fa lasciare il posto in metrò dicendo di essere incinta e alla domanda "Da quanto tempo?" risponde "Da mezz'ora"...).

Esagerare è l'ambizione di tutti: vivere un giorno da leoni, al di sopra della linea di galleggiamento, un giorno da ricordare che valga quelli spesi ad attenderlo e quelli futuri, a rimpiangerlo.

A proposito di esagerazioni, ha fatto notizia, qualche giorno fa, la super vittoria della Norvegia sulla malcapitata Moldavia: 11 a 1, undici ceffoni maramaldi degli Scandinavi ai danni della povera nazionale al 152° posto del ranking FIFA. Haaland ha segnato cinque reti in una volta, cosa impossibile per i comuni mortali anche bravini a giocare a calcio, ma che a lui di tanto in tanto capita. I suoi compagni hanno realizzato gli altri sei, in un tripudio di goal che normalmente vengono sparsi in quattro o cinque partite disputate da squadre mediamente prolifiche. Per non farsi mancare niente, hanno fatto anche un autogoal: ai leoni norvegesi bastava vedere una qualunque porta per infilarci la palla. Probabilmente avrebbero centrato anche quella d'ingresso alla curva, se fossero riusciti a scorgerla dal campo.

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A tutti i tifosi del Toro una simile grandinata ha riportato alla mente l'impresa del Grande Torino il 2 maggio 1948, quando Mazzola e compagni sommersero i malcapitati Grigi dell'Alessandria con un dieci a zero che è record ineguagliato per il nostro campionato. Fu un'apoteosi di segnature: pare che il pubblico a un certo punto avesse preso a rumoreggiare perché il Toro, già saldamente in vantaggio, aveva tirato i remi in barca. Così lo squadrone si scatenò e ne fece sei nell'ultimo quarto d'ora. L'ultimo goal lo segnò Gabetto, che ancora mancava nel tabellino e non voleva mancare l'appuntamento con il primato.

Io ho assistito dal vivo a una sola vera goleada, quella con cui il 17 settembre 1989 (fra cinque giorni cadrà il trentaseiesimo anniversario) sommergemmo il Pescara. Conservai il ritaglio di giornale per un sacco di anni, perché stravincere dà un piacere sadico, anche dopo tanto tempo.

L'importante è esagerare, come cantava Jannacci, e ogni tanto fa bene all'autostima. Il problema è che essere travolti fa più male e più a lungo: negli ultimi anni ci è capitato di subire tracolli da record e i lividi li abbiamo ancora sulla pelle. Ci vorrebbe il balsamo di qualche nuova vittoria roboante per curarli e provare a dimenticare.

Autore di gialli, con "Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri" ha vinto l’edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l’antica passione per il Toro e l’amore per la letteratura e la canzone d’autore.