Al rientro dagli spogliatoi Gasperini cerca di cambiare registro: fuori El Aynaoui, dentro Ferguson per dare fisicità. Ma il muro cileno Maripán non gli concede nulla. I numeri parlano per lui: 11 chiusure difensive, 6 duelli aerei vinti, 8 palloni riconquistati (migliore dei granata e al pari di N’Dicka tra i giallorossi), e primo del Toro anche per palloni recuperati. Una prestazione semplicemente perfetta, da leader vero. La partita resta bloccata fino al 58’, quando il Cholito Simeone decide di prendersi la scena: un gol straordinario, già candidato a rete dell’anno, che vale l’1-0 granata. Da lì in avanti è sofferenza, ma con ordine. Svilar tiene in vita la Roma con due grandi parate, ma i granata restano concentrati fino al triplice fischio. Una vittoria di carattere, conquistata con compattezza e sacrificio, in cui tutti – dal primo all’ultimo – hanno contribuito a portare a casa tre punti pesantissimi.
Ecco la prima vittoria stagionale, ma analizziamo meglio tutto con occhio critico
La difesa sui piazzati difensivi
—“Tra i punti più preoccupanti c’è la gestione dei piazzati difensivi. La scelta di Baroni di schierare le torri granata interamente a zona sulla linea dell’area piccola, lasciando ampi spazi liberi e affidando i restanti giocatori alla marcatura a uomo, non paga né in caso di cross a rientrare né ad uscire.” Ecco ciò che ho scritto successivamente alla partita contro l’inter e mi sento di dire che non sia cambiato nulla. Anche con la Roma troppi colpi di testa facili concessi, fortunatamente neutralizzati da Israel. Ma è un aspetto da correggere in fretta: meglio prevenire che curare.
Una difesa solita e con un’identità chiara
—La scelta del mister di schierare una difesa a tre con baricentro basso, con l’idea di non rompere la linea salvo su ricezioni spalle alla porta dei trequartisti avversari con interventi duri e diretti, è stata geniale per dare fastidio sia fisicamente che mentalmente a giocatori come Dybala e Soulé, calciatori che con la loro classe sono capaci di tirare fuori dal cilindro un gol anche dalla distanza. Ed è proprio per questo che la scelta di non lasciar loro neanche un centimetro per girarsi è stata ottima per neutralizzare potenziali rischi dell’offensiva giallorossa prima ancora che nascessero. Complimenti a tutta la linea difensiva, che ha svolto una partita da 7,5 in pagella come reparto, e chapeau a Baroni per l’intuito tattico. Chissà se verrà ripetuto anche con l’Atalanta di Juric o se non dovesse poi diventare uno schieramento stabile per tutta la stagione.
Zakaria Aboukhlal: il nuovo jolly granata?
—L’esterno marocchino ex Tolosa ieri ha avuto una mezz’ora scarsa di gioco, ma trovo sia stato, nonostante ciò, uno dei più incisivi della gara. Complice anche una prestazione sottotono di Ngonge, che deve riscoprirsi al più presto se non vuole vedersi scippare il posto. Seppur Aboukhlal, infatti, non abbia brillato nelle due precedenti apparizioni, dopo queste due settimane di allenamenti con Baroni (essendo rimasto a Torino per la non convocazione in nazionale) è apparso rinato e contro la Roma ha mostrato aggressività e lo spirito giusto entrando dalla panchina. Il risultato è stato evidente: solo un ottimo intervento di Svilar gli ha negato il gol, ha creato diverse occasioni per i suoi ed è anche riuscito a recuperare palloni. Speriamo continui così, facendo venire più di un mal di testa a Baroni sugli undici da schierare.
La foto qui sopra rende omaggio “ironicamente” al gesto tecnico di Simeone, che ha dato vita all’azione culminata nel gol: definirlo gioiello sarebbe riduttivo. Anche in questo caso i dati parlano chiaro: 0.05 sono gli xG del tiro da fuori area del Cholito, e neanche un posizionamento perfetto di Svilar è stato in grado di neutralizzarlo. Non resta che fargli i complimenti per tutti i 90 minuti perché, al di là della perla che ci ha regalato i tre punti, è stato costretto a fare reparto praticamente da solo, a lottare a sportellate contro alcuni dei difensori più forti del campionato, e ha sempre risposto presente mostrando a tutti perché Baroni si sente di dargli così tanta fiducia. L’augurio adesso è che si ripeta al più presto, magari già contro l’Atalanta.
La vittoria dell’Olimpico non è solo un’iniezione di fiducia, ma il segnale che questo Toro può crescere. Baroni ha dimostrato coraggio e lucidità tattica, i giocatori hanno risposto con maturità e compattezza. Non sarà sempre così semplice soffrire e ripartire, ma intanto i primi tre punti stagionali pesano come un macigno: ora la sfida sarà dare la, mancante da anni, continuità.
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