Infine uno sguardo in nazionale. Baselli, Belotti, D’Ambrosio, Sirigu e Zappacosta. Questi sono i nomi della recente storia del Toro e del presente che stanno facendo parte del gruppo azzurro del CT Roberto Mancini e mancano Matteo Darmian e Ciro Immobile. Questo aspetto può indicare due cose: la prima è che, nonostante tutto, il Toro in questi anni abbia seminato bene. Oppure la seconda e cioè che il livello della nazionale sia talmente sceso (e purtroppo i risultati lo dimostrano) che se una squadra come quella granata riesce a mandare in azzurro così tanti giocatori, significa che il bacino a cui il CT può attingere sia davvero ridotto al minimo. Solo investendo nei settori giovanili, anche a livello dilettantistico, si possono generare nel lungo periodo nuova linfa per la nazionale. Ma sarà un processo lungo, esattamente come lo è stato lungo il processo involutivo che ha portato nel giro di 12 anni la nazionale campione del mondo a non qualificarsi a Russia 2018. Ricordo ancora quando negli anni novanta, anni in cui per giunta l’Italia non ha vinto nessun titolo, la convocazione in nazionale doveva essere meritata a suon di prestazioni stellari. Baselli per esempio quest’anno ha giocato a volte molto bene, altre volte molto meno bene e sono certo che negli anni novanta non sarebbe mai stato convocato. L’arduo compito di rilanciare il calcio italiano sta ai politicanti della Lega di Serie A, di Serie B, della Lega Pro e della LND che dovranno cooperare in maniera organica. Le seconde squadre potranno rappresentare un’opportunità significativa. Staremo a vedere i risultati che porteranno.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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