Uno scenario che portava in una sola direzione: lasciare il Toro per cercare progetti ancora più ambiziosi. A pagare le conseguenze dell'addio di Buongiorno sono soprattutto i tifosi, che vedono ammainare quella bandiera che sembrava pronta a issarsi e sventolare per tanti anni. Così non è stato e "capitan futuro" lascia Torino con la beffa di non aver mai vissuto una stagione con la fascia al braccio, pur avendo avuto l'onore di leggere i nomi degli Invincibili a Superga nelle ultime due stagioni.
La palla passa ora alla società, costretta a fare i conti con una piazza sempre più delusa. L'ultima stagione si era già chiusa in modo turbolento e tra mille difficoltà ambientali, quella nuova si apre con la cessione del giocatore più amato dalla tifoseria. E la soluzione, in questo caso, non può che essere una: allestire una squadra di livello. In questo momento le parole valgono zero e solo i fatti, cioè i risultati, potranno col tempo alleviare l'amarezza dei tifosi. Sicuramente le tempistiche della cessione sono un grosso assist: arrivata ad inizio mercato, permetterà di avere tutto il tempo per reinvestire nel migliore dei modi l'incasso. Solo una squadra di livello e i risultati sul campo potranno riportare il buon umore nella piazza. Ma ci vorrà del tempo. E la consapevolezza che la cessione di Buongiorno, pur dolorosa, abbia permesso di costruire un Toro più forte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)