Oltre ad avere qualità tecniche di un certo livello, Njie ha spensieratezza, personalità e fame, più di molti altri compagni. Vanoli ha avuto il merito di inserirlo e di farlo esordire, ma fin qui lo ha gestito con il contagocce. Comprensibile che sia così, il rischio di bruciare un giovane – in una situazione così complicata – esiste eccome. Ora, però, appare davvero il momento di lanciare Njie con decisione, magari ritagliando intorno a lui anche il modulo di gioco. Non si tratta di un attaccante centrale, ma di un’ala offensiva che dà il meglio quando gioca largo. Il 3-4-3 con cui si è chiusa la gara può (deve?) essere la soluzione. Detto ciò, inutile nasconderlo: quando si arriva a pensare che un 2005 quasi esordiente debba essere l’uomo della provvidenza, significa che la situazione è grave.
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