Editoriale / Senza le idee chiare sull'allenatore del futuro la società ha deciso di non programmare nè investire
Ci sono i fatti e ci sono le interpretazioni. I fatti parlano di un mercato di gennaio senza acquisti. La squadra non è stata rinforzata (ma nemmeno indebolita, se si considera che a partire sono stati giocatori utilizzati poco o nulla in questa stagione); e ad una piazza in subbuglio non è stato dato un segnale di voler fare qualcosa per raddrizzare una stagione che rischia di scivolare nell'anonimato per una mix di errori commessi, di circostanze sfavorevoli e di imprevisti. La squadra, così come è ora, per confermare le ambizioni estive dovrebbe centrare una rimonta anche più entusiasmante di quella di un anno fa, ritrovando quella compattezza e quella continuità che fin qui sono state delle chimere. Anche perchè ci sono almeno sette squadre con valori sulla carta superiori, e altre concorrenti della media classifica che in questo mercato si sono rinforzate.
Poi ci sono le interpretazioni dei fatti. Perchè questo immobilismo quando c'era la possibilità di fare qualcosa per riportare entusiasmo e aria nuova? Le premesse sono due: nella gestione Cairo non ci sono mai stati veri investimenti nel mercato di gennaio, e l'allenatore in panchina ha sempre detto di preferire una rosa corta. In effetti, per una sola competizione 22-23 giocatori possono anche bastare, incrociando le dita per la salute di tutti loro (soprattutto per gli esterni e i centrocampisti...). Tuttavia, l'impressione è che si sia scelto di non operare in entrata anche e soprattutto perchè non ci sono certezze sull'allenatore del futuro. Meglio evitare, ragionando così, di fare investimenti di cui ci si può pentire in breve tempo (estremizzando il discorso si può fare l'esempio di Niang, comprato per Mihajlovic e poi silurato da Mazzarri, a prescindere dal fatto che per miracolo i soldi sono stati poi recuperati).