Va preso atto del fatto che la strada è piena di insidie. Ma non è una partita singola che può toglier qualcosa all’ottimo lavoro di Juric
La qualità delle ultime tre prestazioni aveva illuso molti che fosse tutto facile, che a Juric bastasse davvero così poco tempo per trasformare una squadra da salvezza all’ultima giornata in una compagine con velleità da Europa. Ma i fantasmi di due anni negativi non si cancellano con un colpo di spugna, in Serie A di facile c’è ben poco e se al Toro togli quattro titolari gli può capitare, giocando una volta ogni quattro giorni, che faccia fatica sul campo di una neopromossa agguerrita e ben messa in campo.
A Venezia abbiamo visto senza dubbio un Torino sottotono rispetto alle ultime uscite, ma in campo ci sono anche gli avversari e gli arancioneroverdi hanno meritato il pareggio, al netto degli episodi (dal pasticcio di Djidji all’occasione divorata da Mandragora nell’ultima azione del match). Va preso atto del fatto che la strada è piena di insidie. Ma non è una partita singola che può toglier qualcosa all’ottimo lavoro di Juric (che pure ha fatto scelte rivedibili) svolto in meno di un mese di tempo.