Programmazione è dunque sostituire un giocatore molto importante, ma che aveva rifiutato di rinnovare, come Lukic, con un elemento più giovane di cinque anni, più funzionale e potenzialmente ancora più forte come Ilic, l’acquisto top della Serie A che sa di investimento più che di spesa. Programmazione è pensare al presente tenendosi tutte le porte aperte per il futuro: con Gravillon e Vieira sono stati tappati dei buchi a livello numerico in difesa e a centrocampo con giocatori che già conoscono lingua e campionato, si accontentano di partire come rincalzi e innestano caratteristiche che mancavano, chili e centimetri. Lo si è fatto con la formula ideale, il prestito con diritto di riscatto a costi contenuti, risparmiando risorse preziose che potranno tornare utili in estate.
Il mercato di gennaio ci consegna un Toro magari non più forte di prima ma sicuramente più completo, con una rosa giusta numericamente e razionalizzata (Garbett e Ilkhan sono stati mandati a giocare; Edera, non più nel progetto, non è più a libro paga). Si tratta di un mercato che fa sognare? No di certo, anche perché un attaccante in più sembrava davvero necessario. Tuttavia l’operato della società pare sensato e intelligente: ora la parola, come sempre, va al campo.
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