Anche la partita contro l'Empoli ha confermato la credibilità del progetto messo in piedi, ma per i granata ora è il momento di vincere in trasferta
Lasciando perdere i paragoni con gli ultimi due anni (sarebbe troppo facile) questo Toro non può non piacere. La squadra di Juric, anche contro l’Empoli, ha confermato di essere un gruppo con contenuti sia tecnico-tattici sia caratteriali. La prima mezz’ora è stata di Calcio vero, con la C maiuscola. Si sono visti ritmi alti, qualità, organizzazione, determinazione. Sembravano esserci tutti i presupposti per uno show degnissimo dei 115 anni di storia del club. Poi l'espulsione, più un errore difensivo che dell'arbitro, ha del tutto cambiato la partita.
Normale che in dieci contro undici per oltre un’ora si finisca a soffrire: non va dimenticato che al Torino mancavano almeno cinque titolari o semi-titolari (Djidji, Ansaldi, Rodriguez, Mandragora e Belotti) e che l’Empoli, a dispetto dei nomi poco altisonanti, ha due punti in più in classifica, il che dimostra che sia una squadra con buoni valori. Ma anche in circostanze sfavorevoli tuttavia i granata hanno dimostrato la giusta determinazione e la giusta attenzione tattica nel difendere almeno un pareggio utile per il morale: in verità il forcing dell’Empoli non ha prodotto tantissime occasioni nel secondo tempo ad eccezione del gol e di una traversa con deviazione, a dimostrazione che la squadra ha saputo non perdere la testa.