La vittoria contro la Cremonese, pur non particolarmente brillante, ha portato una boccata d’ossigeno fondamentale in casa granata. Servivano i tre punti e sono arrivati per allontanare subito le zone rosse ed evitare che il campionato potesse prendere una piega preoccupante. Non bisogna però pensare che un solo successo possa bastare a scacciare tutti i problemi, anzi. La principale criticità di questo Toro è stata proprio la mancanza di continuità: gli scalpi prestigiosi a Roma e Napoli sono stati poi vanificati dalle sconfitte di Parma e Lecce e troppi punti buttati per strada.

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Sassuolo, Cagliari, Verona e Udinese: qui si fa il Toro
Ora, per la prima volta in stagione, Baroni ha davanti a sé un filotto di partite sulla carta abbordabili. Che non significa semplici, come non lo era una Cremonese in formissima. Ma che dovranno portare risposte importanti accompagnando fino al giro di boa. Il Toro deve capire che cosa vuole fare da grande: 17 punti dopo 15 giornate sono una media da salvezza abbastanza tranquilla. Ora ce ne sono altri 12 in palio prima della chiusura del girone d’andata. Nessuno semplice ma tutti alla portata e in grado di orientare le ambizioni granata.
Le trasferte di Sassuolo e Verona e le gare casalinghe con Cagliari e Udinese ci diranno che cosa voglia fare il Toro in questo campionato. Tutto dipenderà dai punti conquistati ma non solo. Baroni dovrà dare un’identità a una squadra finora troppo discontinua. Così gli ha chiesto Petrachi, richiamato in corsa per dare una scossa e subito intervenuto pungolando squadra e anche allenatore. Con la Cremonese contavano solo i tre punti e sono arrivati, i veri esami iniziano ora.
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