EDITORIALE

Toro, se i problemi strutturali sono questi…

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L’Editoriale post mercato invernale: un plauso alla società granata, che ha agito secondo logica rinforzando la squadra senza lesinare investimenti importanti
Gianluca Sartori Direttore 

Il Torino si presentava a questo calciomercato invernale senza pressioni di classifica, a differenza dello scorso anno, per merito del buon lavoro svolto dalla società in estate e dall’allenatore in campionato. Gli obiettivi erano sostanzialmente due: quello di cedere alcuni esuberi e quello di fortificare le basi per la prossima stagione inserendo alcuni giovani di prospettiva in determinate posizioni del campo, un po’ per allungare la profondità della rosa e un po’ per prepararsi al possibile addio di interpreti attuali che potrebbero non esserci più nel 2022/2023.

In particolare serviva un attaccante potenzialmente valido per il post Belotti, ed è arrivato Pellegri. Serviva un centrocampista che preparasse il reparto alla partenza di Pobega ed è arrivato Ricci, un profilo che mancava nel centrocampo granata e che Juric chiedeva a gran voce. Serviva un esterno sinistro che potesse sostituire Ansaldi ed è arrivato Fares, che ha avuto la malasorte di infortunarsi subito: si è scelto di non tornare sul mercato, valutando che la batteria di esterni desse sufficienti garanzie per arrivare a fine stagione. Serviva anche un difensore centrale utile nell’ottica della partenza di Bremer ed era stato individuato Gatti. Lo scippo della Juventus, cose che nel calcio succedono, ha rovinato i piani ed era troppo tardi per pensare a un piano B. Nel caso, in questo ruolo si può intervenire in estate e prendere per prendere non ha senso nelle condizioni attuali. 

In uscita si è trovata una sistemazione a Baselli, Rincon e Verdi. Sono rimasti Izzo e Zaza, e le loro permanenze rappresentano qualcosa di sconveniente sia per loro sia per il Toro. La permanenza dell’attaccante lucano si può interpretare come un difetto di questo mercato che però è compensato dall’intrigante scommessa Seck. Riassumendo, si è agito secondo logica e la squadra di certo non si è indebolita. Non tutte le ciambelle sono uscite col buco, ma nel calciomercato questo va messo in conto. Soprattutto non si sono lesinati gli investimenti in una congiuntura economica non eccezionale. Juric, in una recente conferenza stampa, ha affermato (forse per pungolare la società): “Non mi sembra il caso di chiedere alcunché, ci sono molti problemi economici perché sono stati persi dei soldi e ci sono problemi strutturali”. Ripensando a queste parole al termine di questo calciomercato viene da sorridere. Ben vengano i problemi strutturali, se sono questi.

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