La parola d’ordine del mercato dell’estate 2023 deve essere una sola: consolidare e non rivoluzionare questa squadra
Che arrivi l’ottavo posto o meno, questo è un Toro promettente su cui si può costruire un futuro. Una squadra giovane, che sa giocare bene e produrre occasioni da rete, che va su tutti i campi con l’idea di provare a dominare la partita. Certo, ci sono diversi difetti, è palese quello relativo alla poca prolificità che è alla base anche di tutti i punti persi negli ultimi minuti. Ma sono cose su cui si può crescere, nel momento in cui comunque le occasioni vengono create, e c’è la sensazione che davvero le basi gettate siano interessanti. E allora la parola d’ordine del mercato dell’estate 2023 deve essere una sola: consolidare e non rivoluzionare questa squadra, facendo di tutto per preservarne l’intelaiatura, per poi andare a potenziarla con pochi ma mirati innesti.
Ivan Juric ha fatto spesso riferimento al fatto che nel suo biennio in granata, come gli era accaduto a Verona, ha dovuto fare i conti con lo smantellamento della squadra da un anno all’altro. Chi segue le vicende granata sa però che dietro la perdita di tante pedine importanti nell’estate 2022 ci sono state situazioni in cui la società non ha potuto fare altro che adeguarsi alla situazione: Pobega non era del Toro, Bremer voleva andare via, Belotti rifiutò la proposta di rinnovo, Brekalo scelse di andare via. Solo per Praet e Mandragora ci fu effettivamente la scelta di non procedere con il riscatto per cercare di portare a casa i giocatori con un piano B che non ebbe successo.