Il mercato consegna una rosa costruita in modo razionale e l’intuizione migliore sembra essere stata Vanoli. Peccato per la cessione di Bellanova
Il mercato estivo è finito e si possono tirare le somme: l’estate ci ha consegnato un Toro con importanti modifiche che darà vita a un corso totalmente nuovo, quello con Paolo Vanoli al timone. Per giudicare il lavoro portato avanti dalla società, non si può che partire dall’allenatore. Sembra davvero che la scelta fatta da Davide Vagnati e avallata da Urbano Cairo sia stata azzeccata. Vanoli è tecnico capace, esperto nonostante sia alla sua prima stagione in Serie A, intelligente e soprattutto affamato. Lo ha dimostrato nelle sue prime partite alla guida del Torino. Vanoli ha portato gioco e una diversa mentalità. Deve migliorare la fase difensiva, ma questa ventata di novità ci voleva davvero.
Quanto alla rosa costruita, si può dire che sia stata pensata in modo razionale: ci sono almeno due giocatori per ogni ruolo (se non di più quando rientreranno Schuurs e Vlasic), Vanoli ha la possibilità di cambiare modulo dal centrocampo in su, per la presenza di diversi giocatori duttili, e apparentemente la qualità anche dei rincalzi è buona. Mancano le cessioni di alcuni esuberi come Radonjic, Ilkhan e Bayeye, ma all’estero ci sono alcuni mercati ancora aperti. Certo, c’è il punto interrogativo di cosa può accadere se dovesse mancare Zapata, ma Sanabria e Adams sembrano poter dare buone garanzie. Il ritardo con cui si è provveduto a rinforzare la difesa, che si sapeva da mesi essere il reparto più bisognoso di un restyling, può essere una colpa da ascrivere al club ma va anche detto che le tempistiche dilatate del mercato fanno sì che quasi tutte le società ormai si riducano all’ultimo per chiudere il mercato approfittando dell’inevitabile calare dei prezzi.