Editoriale / Gli altri sport di squadra principali si fermano definitivamente, il pallone rimane ineluttabilmente legato ad altri fattori
In Italia i due sport di squadra principali per diffusione dopo il calcio, il basket e il volley, si sono fermati definitivamente. Lo hanno deciso le rispettive federazioni. Titoli non assegnati, congelate promozioni e retrocessioni. Il motivo è molto semplice: la tutela della salute delle persone coinvolte. È sempre più chiaro come, una volta che terminerà il lockdown totale (e non si sa ancora quando questo succederà), non si tornerà tutto d’un tratto alla vita di prima, ma per mesi (fino a quando non verrano trovare cure specifiche per il coronavirus e poi un vaccino) sarà necessario osservare il distanziamento sociale.
DIFFERENZE - Come si può praticare sport di squadra mantenendo le distanze? Il basket, sport di contatto come il calcio, e il volley (dove non c’è contatto fisico vero e proprio ma comunque è impossibile pensare di mantenere sempre la distanza di un metro), si sono arresi all’evidenza. Il calcio invece, spinto dalle federazioni internazionali, pensa a tutti i costi ad una ripartenza, nonostante questa potrebbe mettere a repentaglio anche la stagione sportiva 2020/2021. E non ha grande valore l’argomento “tanto si giocherebbe a porte chiuse” perché una partita di Serie A senza pubblico mobilita comunque 2-300 persone tra tutti gli addetti ai lavori di vario tipo.