Io avevo i miei al balcone che mi salutarono agitando le braccia e mi venne la pelle d’oca. La mia non fu una grande prestazione. Ussello non mi convocò, come fece per alcuni di noi la settimana successiva per un provino vero. Ma io, ripeto, ero già contento. Sono passati tanti, troppi anni e molti particolari li ho scordati ma una cosa mi è rimasta impressa: quel fortissimo odore di canfora che ti avvolgeva quando entravi in quello spogliatoio. Data la tenera età e nonostante i racconti di mio nonno e mio padre non mi rendevo conto che avevo avuto il grande privilegio di respirare la stessa atmosfera, usare le stesse panche, scendere e salire gli stessi gradini calcati da quella squadra entrata nel mito del calcio italiano e internazionale che fu il Grande Torino. Ma... Il mio Toro era un altro: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Rosato, Ferretti, Simoni, Ferrini, Hitchens, Moschino, Meroni. Capitano: Giorgio Ferrini. Allenatore: Nereo Rocco. Presidente : Orfeo Pianelli. Questo era il mio Toro. Una squadra lontana mille miglia dagli Invincibili, che allora per me erano come tanti carissimi parenti morti tragicamente otto anni prima che io nascessi. Ecco perché mi permetto di dire che chi ama e segue il Toro senza aver vissuto quel periodo aureo è ancora più meritevole. Era troppo comodo innamorarsi di un collettivo pressoché perfetto come accadde fatalmente ai nostri genitori. Non me ne vogliano i "vecchi" tifosi granata! Ma non possono negare che noi un po’ più giovani, giurammo eterno amore ad una squadretta modesta e sfigata, che negli anni successivi alla tragedia di Superga, visse più volte la serie cadetta, fu straziata ancora da lutti devastanti e che eccetto uno scudetto e qualche ruggito internazionale ha sempre rincorso (molto spesso battendola) l’altra squadra di Torino. Nonostante tutti i loro trofei e la tracotanza che li contraddistingue non riusciranno mai nemmeno ad avvicinarsi allo spirito che anima i nostri cuori granata. Nella nostra storia ultracentenaria siamo nati e morti per ben due volte! Questo è uno dei motivi per cui ESSERE DEL TORO ci rende unici! Così la mia fede resterà incrollabile ed incancellabile come rimarrà scolpito nella mia memoria olfattiva quell’odore di canfora che ogni volta, per un attimo, mi porterà indietro nel tempo. FORZA VECCHIO CUORE GRANATA ORA E PER SEMPRE.
Un abbraccio a tutti i fratelli e le sorelle granata.
Bruno Nebbia
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