Passando alle note meno liete, per quanto riguarda i gol subiti, sul primo c’è poco da dire: è stata una topica di Rossettini che ha spianato la strada a Jankto, con quest’ultimo che poi ha sganciato un sinistro formidabile, dove forse Hart poteva essere più reattivo. Ma sul secondo gol credo che si sia trattato più di un problema di assetto tattico. Sì, perché è vero che il Toro stava spingendo in cerca del pareggio, ed infatti c’era Boyé subentrato a Lukic (il Toro era schierato con un vero e proprio 4-2-4) ma l’azione del raddoppio di Perica è nata da una palla persa dal giovane argentino, mentre Baselli stava avanzando attaccando lo spazio per proporsi all’ex River Plate. Una volta recuperata palla dai friulani, Acquah, l’ultimo baluardo del centrocampo, è stato saltato facilmente con il palleggio tra Kums e Badu, con quest’ultimo che poi si è involato verso l’area e sappiamo come è andata a finire. Ecco, è qui che pecchiamo di ingenuità. Bisogna capire che perdere quei palloni, che all’apparenza potrebbero sembrare innocui, in realtà nasconde delle gravissime insidie soprattutto se il centrocampo numericamente viene ridotto a due soli elementi.
In definitiva, ponendo l’attenzione solo a questa annata, si potrebbe considerare fallimentare la stagione. Tuttavia, ragionando a lungo termine e immaginando il prossimo campionato, riesco a pensare positivamente perché si sta lavorando per un futuro roseo. Anzi, che dico roseo, granata!
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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