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“Pepino” su queste parole di Klopp finge di cadere dal pero, e quando il “mainstream” non lo dota della risposta utile per cavarsene fuori in gloria, risponde con il classico clichè “obbedivamo solo agli ordini” usato in “abundantia” dagli imputati del “Processo di Norimberga”: “ora si è fatto da parte(Klopp) come allenatore e capisco le sue argomentazioni, perché le difenderei anch’io(qui è di un paraculismo memorabile). Allo stesso tempo, come allenatori, abbiamo un lavoro. Seguiamo le regole della Fifa, della Uefa e della Premier League”. Cosa gli vuoi dire ad un circumnavigatore della supercazzola così? Ti togli il cappello e aspetti con ansia la sua prossima esibizione verbale, avendo cura di non dimenticare la sviolinata da crotalo temperato al collega tedesco: “… i suoi commenti non mi hanno sorpreso molto. Lo capisco. Lo rispetto. Ho avuto un rapporto incredibile con Jurgen per molti anni come rivale”. I tedeschi notoriamente hanno un rapporto complicato con l’ironia, sarà per l’aurea da “Foresta Nera” a fare da sempre capolino su di loro, e il buon Jurgen non deve aver preso bene questo tentativo da parodia del “Don Chischiotte della Mancia” portata avanti con perizia da “Pepino”, per cui ha sottolineato una previsione preoccupante: “temo una ondata di infortuni mai vista. Si pretende che giochino ogni partita come fosse una finale, 70 0 75 volte l’anno. Non si può andare avanti così. Senza pause, anche il prodotto perde valore”. Klopp ha ragione e in modo oggettivo, il problema è che parla ad un mondo di sordi e di pareti gomma dove tutto rimbalza. “Il mondiale per club è una follia assoluta.
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E’ la peggiore idea mai implementata del calcio”, queste parole sono una invettiva da furore, si capisce quanto l’attuale dirigente del gruppo sportivo “Red Bull” non abbia nessuna voglia di indorare la pillola a l’unico vero colpevole di tutto questo circo nato dall’archetipo del film “Rollerball”. Nel calcio voluto da Infantino e dai suoi sponsor qatarini( ha portato pure la sua residenza a Doha, l’ineffabile “Mr Bean” della Fifa) non è prevista la figura dell’atleta e del calciatore, ma del gladiatore alla carta pronto ad immolarsi ad ogni tipo di idea di fatturato. Intanto dal Qatar stanno provando, e vedrete che ci riusciranno, ad organizzare l’edizione del 2029 di questa kermesse iridata da incubo, e ha buttato sul tavolo la sua carta vincente da “mainstream”: il suo sarebbe un mondiale a impatto zero sul clima, al contrario di quanto sta accadendo in questi giorni in Usa, con le squadre continuamente in volo per tutto il territorio americano al fine di raggiungere le undici città designate per lo svolgimento delle partite. In Qatar invece tutto si svolgerebbe a Doha, ma da disputarsi in inverno analogamente ai Mondiali del 2022. Alla notizia rilanciata dal “The Guardian” le stanze europee del “Green Deal” e Greta Thunberg hanno avuto un sussulto di soddisfazione: finalmente qualcuno gli da retta. E mentre Gianni Infantino si frega le mani come Salomè davanti a Giovanni Battista di cui vuole assolutamente la testa tagliata, una domanda sorge spontanea: ci sarà Pep Guardiola nell’edizione qatarina del 2029? O in quel periodo starà concludendo la sua carriera con la missione nostalgia a Brescia? Secondo me “Pepino” non si farà sfuggire un torneo iridato a impatto zero sul clima. Voi che dite?
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
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