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Il calcio, come detto, ha un linguaggio universale, e Sparwasser si commosse a tal punto, come ci racconta Tosco, che una volta in albergo raccontò questa storia a tutti i suoi compagni. Il miliardo messo a disposizione dalla Fifa sfregia la memoria dello sport più seguito al mondo, e rende tutto ciò che lo ha preceduto obsoleto e indisponibile alla comprensione di questa contemporaneità. Questo miliardo è sfacciato, persino lussurioso negli appetiti, e attacca la nostra libertà di voler rimanere illibati rispetto al consumismo indotto. Questo miliardo vuole renderci complici della dilatazione all’infinito del “plusvalore”, manipolando la coscienza verso uno strano inno alla modernità. Questa modernità vagheggia la cancellazione del rimorso, distruggendo ogni mito nel suo solo nome. Lo confesso: mi manca il contropiede, quello in cui, come scrive Osvaldo Soriano, “il difensore ha sempre in sé qualcosa di colpevole, furbastro, sleale”. La tecno/etica del Var ha tolto la bellezza del libero arbitrio, il narcisismo di alcuni allenatori ha tolto la fantasia del guizzo improvviso dal gioco, la pausa pubblicitaria durante le sostituzioni dei giocatori ha reso tutto una giostra mal funzionante, lo svolgersi dell’evento simmetrico in tutte le sue componenti ha tolto il sacro e lasciato una vuota liturgia. Poi su “You Tube” vedi un giovanotto dirti con sicumera sbilenca, che la multiproprietà e i fondi di investimento sono la modernità del calcio. Istintivamente vorrei tirargli un cazzotto sul muso, ma poi penso al miliardo di Infantino, e istantaneamente concludo come la colpa non sia dello sciagurato giovanotto. Ripenso a “Bob” di “Piovono Pietre”, quando non ce la fa ad ammazzare un montone, per macellarlo e rivenderlo a 15 sterline necessarie per il suo sostentamento. Io sto con lui, perché il limite del “plusvalore” sta proprio nella nostra umanità. Ecco perché il miliardo di Infantino non mi rappresenta, e non rappresenta nemmeno il calcio. Forse rappresenta solo questa modernità.
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
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