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Nessuno ha mai saputo l’oggetto di quell’incontro(ma essendoci Platini, il calcio doveva entrarci per forza di cose), ma nei mesi successivi avvennero davvero delle cose sorprendenti. Il mondiale di calcio 2022 fu assegnato ad una nazione grande quanto l’Abruzzo e con nessuna tradizione calcistica, la Qatar Sports Investiments comprò per 70 milioni di euro il Paris Saint Germain, la rete qatariota Al Jazeera acquistò i diritti della Ligue 1. Assumere Laurent Platini alla Qatar Sports Investiments, si può considerare un cadeau fatto a colui che, secondo tutti i media mondiali, si stava apprestando a succedere a Sepp Blatter al vertice della Fifa. “Troppe coincidenze”,ebbe modo di osservare qualcuno, specie gli americani, ai quali era stato letteralmente scippato un mondiale 2022 promessogli a più riprese dai vertici della Fifa. Persino il solitamente compassato Barack Obama ebbe a dichiarare: “i mondiali al Qatar, una decisione sbagliata”. Ma quando girano troppi soldi,e nel calcio ne girano davvero tanti, parlare di “sbaglio” appare davvero un eufemismo di ciò realmente accaduto. Platini giunto a quella cena e resosi conto dei commensali, forse avrebbe dovuto immediatamente accomiatarsi in quanto dirigente super partes del calcio mondiale. Ma Platini si sedette e consumò la sua serata in nome degli interessi strategici che la Republique aveva e ha in Medio Oriente. Interessi che riguardano approvvigionamento di gas, flussi di denaro messi a disposizione dal ricchissimo fondo sovrano qatarino all’economia transalpina, movimenti geopolitici a rafforzare l’influenza francese nel mondo arabo. Diventare azionisti di riferimento del Gruppo Lagardere, colosso francese dei media e dell’industria dell’aeronautica rivolta al settore della Difesa, fu il capolavoro della famiglia Al Thani.Ora erano proprio nel cuore della Francia che conta. Ora erano nel cuore dell’Europa e lo stavano finanziando(corrompendo?). Michel Platini, con tutta probabilità, a quella cena dovette obbedire agl’interessi supremi del suo Paese. Quell’atto di obbedienza lo pose contro Visa, Coca-Cola e McDonalds, principali e potenti sponsor made in Usa di Fifa e Uefa. “C’era un patto segreto – ha raccontato Sepp Blatter – perché i due mondiali 2018 e 2022 andassero a Russia e Stati Uniti… poi non si è capito più niente e il 2022 è finito al Qatar… una settimana prima del Comitato Esecutivo per l’assegnazione del mondiale, Platini mi confessò di non essere più con me per un intervento di Sarkozy”. Queste di Blatter sono le parole di uno degli uomini più equivoci del mondo, e sono le parole di un nemico giurato di Michel Platini. C’è quindi da credergli? Quello che sappiamo è che gli Stati Uniti, attraverso varie istituzioni (tra cui l’Fbi), hanno indagato a tappeto sulla vicenda assegnazione mondiali. A più riprese hanno fatto capire chiaramente come abbiano scoperto un sistema di corruzione nel calcio mondiale ed europeo da far rabbrividire anche il più cinico dei relativisti. E’ la reazione di un Paese indispettito per essersi visto scippare l’organizzazione di un mondiale? Ai posteri l’ardua sentenza. “Voglio un’altra avventura, voglio tornare nel calcio”, sono state le ultime parole di Le Roi all’intervista a Fazio. Non una parola di pentimento, non un’ammissione di qualche errore. Sarà la troppa cultura della Francia ad averglielo impedito(“noi francesi siamo spettatori, voi italiani siete tifosi”), quella cultura che lo ha reso smemorato rispetto la spoliazione di cultura e diritti fatta dalla Francia in modalità perennemente coloniale ai Paesi persino teoricamente amici. Legalizzando il tutto con trattati tipo “Franco CFA”, la moneta coloniale con cui tiene sotto scacco mezza Africa. Sottigliezze formali tipici di chi ha cultura. Non come gli italiani: rozzi, con il primato del calcio nella loro testa, tifosi. Platini dixit. E lasciatemelo proprio dire: non è stato un bel dixit. Mentre Emmanuel Macron intima Le Roi “a riprendere il proprio posto nel calcio”, da Marte ancora attendono le domande insidiose di Fabio Fazio. I marziani… non sanno proprio vivere.
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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