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Ma si sa, il nostro è il Paese delle contraddizioni paradossali visibili. Ci fanno godere), i tifosi del Toro si chiedono perché il Como riesce a trattenere Nico Paz e Cesc Fabregas, e il loro presidente lascia andar via Samuele Ricci in direzione Milan. “E’ un giocatore che ha fatto con noi un percorso molto interessante-ha detto con serietà da televendita Cairo-, ha 24 anni e c’è stata quest’offerta che a lui faceva piacere che noi accettassimo”. E allora tu ti chiedi perché per la rete tv da editore acquisisca le prestazioni di due pezzi da novanta da “rete all-news” come Roberto Saviano e Aldo Cazzullo, e invece da presidente del Torino si privi di Ricci proponendo come controvalore tecnico i nuovi arrivi di Tino Anjorin e Ardian Ismajli. Cosa ci sta sfuggendo della sua strategia nel calcio? E’ una domanda ovviamente ironica e retorica, considerato come ripetutamente l’uomo che fu epigono di Silvio Berlusconi abbia ammesso quanto più di così nel calcio attuale non possa fare. “Magari se mi concedessero la possibilità di accedere al tax credit…”, ha detto più volte in passato, facendo sorridere quasi tutto il mondo terracqueo. Ma nella kermesse del “Four Seasons” stavolta di “tax credit” non ne ha parlato, vista la polemica in corso tra tutto il centrodestra e il cinema italiano sul malfunzionamento del sistema del credito fiscale venuto alla luce, pensate un pò, a causa di un omicidio avvenuto a “Villa Pamphili” a Roma. A volte la sfiga ci vede benissimo, quindi stavolta meglio deviare su un altro, più antico, cavallo di battaglia: “il canone non è previsto(per La7), ma sarebbe un giusto riconoscimento”. L’uomo è sempre alla ricerca di opportunità, di qualcosa che possa sostenerlo nella scalata verso l’ambizione. D’altronde, non essendo nato ricco, come lo si può rimproverare(spero si colga l’ironia)? L’uomo è anche intelligente(inviterei chiunque a prenderne obiettivamente atto, e qui non sono affatto ironico), quindi potrebbe aver compreso della fine della sua storia con il club Granata, ma deve aver sicuramente sul suo comodino una copia de “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare, al fine di poter ripassare ogni volta che può il personaggio di Shylock, interprete del tutto e il contrario di tutto di ciò che sarebbe divenuta la società occidentale fino ai giorni nostri(non per niente Shakespeare è un genio). Ne discende, quindi, la sua necessità di cercare il buon affare per uscire di scena, i giusti milioni di euro(secondo il suo punto di vista, naturalmente) che riuscirebbero a lenire il tormento di lasciare il proscenio del calcio e i diritti tv assicurati.
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Per un anno i sogni dei tifosi del Toro hanno ballato con la “Red Bull”, speravano potesse essere la panacea per ogni frustrazione vissuta in questi ultimi vent’anni, persino il quotidiano “La Stampa” aveva certificato l’operazione come possibile. “I sogni muoiono all’alba”, scrive il grande e cinico(cinico buono) Indro Montanelli, e quindi passata una piacevole notte, la nota marca austriaca di beverage non solo non ha mai manifestato interesse per il Torino, ma si è dileguata come suo sponsor dopo appena un solo anno di collaborazione(pare che oggi si dica così). Per quanto possiamo scrivere articoli, lasciare commenti più o meno dotti, alterati o sconclusionati, il disegno di Urbano Cairo di continuare con l’attuale status quo o con la ricerca di una cessione a tanti di quei milioni di euro a cui quanto pare nessuno voglia aderire, sembrerebbe non poter essere scalfita da niente. Le intenzioni dell’editore alessandrino si trovano dalle parte opposta di quelle iniziali dei fautori del progetto del “Titanic”: le sue sono inaffondabili. Quindi scrivo queste righe solo per poter accettare meglio “l’inverno del nostro scontento”, o forse per farmi passare il senso di nausea che ormai ho dalla fine del primo tempo dell’ultimo Napoli Torino. Spegnere la tv mi era sembrato un antidoto, ma nel calcio mettere la testa sotto la sabbia non lenisce il dolore, anzi lo amplifica. Allora, in tutta la mia impotenza, non resta che fare una domanda, tratta dalla mia premessa iniziale, a Urbano Cairo: puoi dire cosa non hai capito sul calcio? Chissà, magari imparo qualcosa e finisce il mio tormento.
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
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