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Agli inizi degli anni ‘70 nacquero i "Leoni della Maratona", considerati tra i primi ad avvicinarsi al concetto di "ultras" comunemente inteso. Erano soliti portare allo stadio bandiere, striscioni e fumogeni e fecero scuola con il loro atteggiamento fiero e trascinante. Negli anni '80 il tifo organizzato prese a seguire una linea sempre più radicale e politicizzata. E il numero di sottogruppi cominciò davvero a moltiplicarsi come il pane e i pesci: "Granata Korps", "Mods", "Giant","Tnt", "Vikings", ce n'era davvero per tutti. Ciò che mai mutava era l'amore nutrito dai tifosi per la squadra piemontese. Ad ogni modo, la curva Maratona venne presa ben presto come modello da applicare ad altre tifoserie, data la compattezza identitaria che era capace di garantire. Non per niente la Domenica Sportiva, sempre negli anni '80, premiò la curva asserendo che fosse la più bella del campionato. Non mancarono riconoscimenti anche dalla stampa estera, con il settimanale francese Onze che premiò il tifo organizzato granata come il più bello d'Europa. Accedere alla curva Maratona significa entrare di diritto nell'elite dei tifosi più accaniti. Al punto che il numero di maglia 12 è stato assegnato all'intera curva, quasi un patentino volto a riconoscerne l'importanza assoluta nella storia della squadra. Il dodicesimo giocatore, non meno essenziale degli undici presenti sul campo, dona con il suo supporto una forza spaventosa ai giocatori, ed è uno dei motivi per cui assistere a una partita di calcio è sempre un’esperienza straordinaria. Malgrado gli episodi di violenza, sporadici o meno che siano, non manchino mai.
Opposta alla curva Maratona è la curva Primavera, intitolata in onore delle squadre giovanili del Torino, anche se un tempo era nota come curva Filadelfia, data la vicinanza che presentava con l'omonima via. Ne fanno parte, tra i tanti, i Torino Hooligans e la Banda Bayer. A prescindere dalle curve e dai nomi dei gruppi che ne popolano gli spalti, l'affetto che guida i tifosi ogni volta che giocano i granata è sempre gargantuesco, tanto nello sfoggio degli striscioni quanto nella foga dei cori che vengono intonati.
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