Ma anche questo è perfettamente gestibile dal business, come la storia della nascita di Las Vegas insegna. Eh sì, fu una straordinaria intuizione di Bugsy “Cane Pazzo” Siegel, storico socio nel crimine di Lucky Luciano e Meyer Lansky, a posare “la prima pietra”(la costruzione dell’ hotel-casino Flamingo) di quella che rapidamente sarebbe diventata la più grande città del Nevada e l’approdo più famoso del mondo del passatempo ricreativo elevato a vizio. Tutto questo grazie ai finanziamenti delle più importanti famiglie criminali della East Coast. Ma queste sono solo sottigliezze notate nel periodo in cui, immerso nella nebbia, ero in attesa del futuro. Un periodo in cui, come Aristotele, ero convinto che una sola cosa è negata a Dio: disfare il passato. Per anni ho lottato per aumentare la consapevolezza dei tifosi nell’essere essi stessi i proprietari della loro squadra del cuore, un luogo dell’anima che sarebbe stata sempre casa loro e non in modo pro tempore. Ma proprio non avevo capito il futuro, perché quando si è ciechi non si riesce a cogliere nemmeno l’ovvio. Oggi c’è una squadra italiana, la Juventus, che capitalizza in borsa più del Monte dei Paschi di Siena, la terza banca italiana per numero di sportelli. E’ chiaro come un business del genere non possa essere lasciato in mano a degli sprovveduti, tipo i tifosi. I soldi sono una cosa seria e tutto il resto è conversazione, diceva con l’aria di chi ha capito come va il mondo il mitico Gordon Gekko nel film Wall Street di Oliver Stone. Uno scorgersi dal davanzale dell’esistenza, quello di Gekko, non privo di un qualche fondamento(ma quando ero nella nebbia come potevo capirlo?).
Quando un Paese come il Qatar, attraverso il ricco forziere del suo fondo sovrano, decide di investire massicciamente nel calcio europeo(sono molteplici le sue proprietà di club calcistici e le sue sponsorizzazioni nei principali campionati europei) è inutile chiedersi perché lo faccia: in fondo sta finanziando lo spettacolo più amato da noi europei. Perché perdere tempo a chiedersi cosa il Qatar, prima o poi, chiederà in cambio di tutti questi soldi stanziati? Meglio chiudere gli occhi e non pensare alle controindicazioni. Perché è vero che siamo nell’epoca in cui pensare al futuro è un imperativo categorico, ma è meglio non esagerare troppo in tale pratica. Piuttosto lasciamo pensare a chi sa pensare, a chi con i soldi e il potere ha confidenza. A chi sa minimizzare con abilità il doping finanziario a cui una squadra come il Paris Saint Germain sta costringendo tutto il calcio continentale e mondiale, obbligando la Fifa a ratificare una finale di Coppa d’Asia vinta dalla nazionale del Qatar, dove più della metà dei suoi giocatori non sono qatarini. Gente come Gaetano Miccichè sono le persone giuste a gestire questo radioso futuro, dove la Serie C italiana sta morendo per mancanza di fondi e di regole certe. Ma che importa della Serie C? Lasciamola pure gestire a due incompetenti come Francesco Ghirelli e Cristiana Capotondi, tanto la C non deve generare clienti, ma solo clientele e affari di piccolo cabotaggio. La Serie C ormai è il non luogo del calcio del futuro, dove è giusto regni pressapochismo e dilettantismo.
Devo sforzarmi di accettare questo stato di cose, e accettare con serenità la critica di essere ingenuo e ancorato al passato. Ho proprio un curriculum vitae da ingenuo. Sono stato come Sam Bertram, immerso a lungo nella nebbia, dove ho immaginato una bellezza del gioco che non c’era e delle tradizioni ormai abbattute da tempo. Come Bertram sono stato soddisfatto e bravo ad immaginarle così bene, da farmele apparire vere. Ma ora basta: voglio pensare solo al futuro. Spero solo, prima o poi, di non giungere alla conclusione di Pino Caruso: “il passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare”.
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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