Perché? “Giusto sacrificare Vlasic, solo così potevi giocartela col Napoli. La squadra era sempre bella compatta e tutte le zone del campo erano riempite dai giocatori del Torino. Non c’erano dei vuoti come invece ci sono stati in altre occasioni, quando ha giocato Vlasic insieme a due punte. Partendo dall’inizio, secondo me, il croato va bene giocando sotto punta, insieme a un altro attaccante. Non a centrocampo, dove sostiene poco la squadra”.
Ancora una volta, Milinkovic-Savic è stato il migliore in campo. “Sta migliorando. Ho fatto notare il suo errore in occasione del gol preso contro il Monza e continuo a ripeterlo, ma col Napoli, secondo me, è stato bravo soprattutto sulle palle basse, cosa che in passato lo metteva in difficoltà. Evidentemente sente di più le partite importanti e le prepara meglio. Deve fare così in tutte le partite. Di lui non mi è piaciuto, invece, il battibecco con Sanabria, nato per un suo passaggio azzardato verso l’attaccante. Ogni tanto, Vanja eccede nel voler fare passaggi rischiosi, conscio di avere piedi buoni. Ma, secondo me, il rinvio va sempre fatto oltre la metà campo”.
Come giudichi, invece, il momento di Ricci?
“Ha giocato con Linetty davanti alla difesa e lui qualche metro più avanti. Ha toccato meno palloni, ma in qualche occasione è stato efficace perché ha finalmente verticalizzato. Quando gioca davanti alla difesa, Ricci va a prendere sì tanti palloni, ma in una zona di campo che dovrebbe essere appannaggio dei difensori, perché il giro palla lo possono fare loro. Ricci, invece, deve ricevere palla più avanti, davanti alla linea dei difensori. Le giocate iniziali le devono fare i difensori. Mi piace di più quando tocca meno palloni, ma riesce a giocarli più pericolosamente. Secondo me è ancora al 30% del suo potenziale. Lui, Linetty e Gineitis possono dare di più, e questo concetto vale ancor di più per i due attaccanti. Ho il bel ricordo di Adams quando era appena arrivato, sgombro da retropensieri. Era un giocatore che reggeva bene la carica dell’avversario, che controllava bene il pallone, che era efficace anche nella conclusione. Col Napoli la partita era difficile, ma qualcosa in più la deve dare. Su Sanabria ormai sorvolo, mi sono messo il cuore in pace, secondo me deve cambiare aria. Esce dal campo con la maglia non sudata e con i capelli a posto. Non lo vedo cattivo al punto giusto, come era due anni fa”.
Il mese di dicembre vedrà cinque partite per il Toro: siamo in un momento chiave del campionato? “Su quattro partite, ne abbiamo tre fuori casa e una in casa. Ben vengano le partite in trasferta, come detto. Non ci sarà l’alibi dell’atmosfera difficile o del pubblico che sostiene poco alla squadra perché pensa ad altro in questo momento. Si va dunque a giocare fuori casa contro avversari che sono alla pari del Torino. Se la squadra si presenta su questi campi tirando fuori personalità e orgoglio, secondo me potrebbe far bene e uscire dalla crisi”.
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