La seconda spiegazione?
“Il fatto che si stia tentando di fare un altro tipo di gioco rispetto a quello solito di Juric che esponevo poco prima. Ho visto un Toro che cercava di risalire il campo in un altro modo, costruendo dal basso. Ma è uno stile di gioco a cui i giocatori forse sono poco abituati. Il risultato è stato una prestazione scadente. Mourinho, per mettere in risalto la prova della Roma, ha detto che non è facile vincere col Torino, ma di certo non è stato così”.
Palle inattive e tiri da fuori sono due fondamentali in cui il Toro latita.
“Manca chi si prende la responsabilità di tirare da fuori. Una pecca, perché se non ci si prova non si ottiene di sicuro nulla. Di sicuro anche sulle palle inattive la squadra fa fatica e non è una novità, ma non è secondo me la prima causa di preoccupazione. Il fatto è che proprio non ho visto il Torino di Juric sul piano della mentalità”.
Questo ko significa la parola fine sulle ambizioni europee del Torino?
“Direi di sì, perché Bologna e Fiorentina viaggiano a un altro ritmo e difficilmente si finirà davanti a queste due squadre”.
Credi nella crescita di Radonjic?
“Di lui abbiamo già parlato approfonditamente e sai come la penso su come Juric lo abbia gestito; lui è l’unico che ha avuto dei lampi che possono determinare questo tipo di gare. Ha fatto degli strappi eccezionali, ma la Roma sa difendersi bene e dunque ha saputo rendere meno efficaci le sue iniziative. I giallorossi prendono sempre pochissimi gol e un motivo ci sarà. Ma Radonjic in questo momento è un giocatore che è difficile da lasciare fuori”.
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