Partiamo da Pedersen: come valuti la sua stagione? “Su Pedersen io mi sono già espresso durante il campionato. Quando gli è stata data fiducia, quasi sempre non è stato all’altezza delle aspettative. Speravo potesse essere più padrone della situazione. Mi è sembrato sempre molto timido, non ha mai dimostrato sicurezza nei passaggi o negli inserimenti. Quasi mai è arrivato sul fondo in condizioni di saltare l’avversario e mettere in mezzo una palla. Non ricordo una partita in cui sia stato padrone della fascia. Voto 5”.
Dembele ha trovato spazio nel finale di campionato, può essere utile? “E’ stato impiegato poco. Ci si aspettava che potesse maturare con il lavoro. Poi ad un certo punto l’allenatore ha deciso di provare a valutarlo. In realtà, una affermazione da parte sua non c’è stata, e quindi è difficile che il Torino possa partire con un giocatore come Dembele titolare sulla fascia destra. Questo, sempre se il club vuole ambire a migliorarsi rispetto a quest’anno. Voto 5.5”.
Sosa è stata una delle più grosse delusioni? “Ha fatto ancora peggio dei due giocatori precedenti. Apparso completamente spaesato; non ha dato continuità e da gennaio in poi è sparito completamente dai radar dopo l’arrivo di Biraghi. Il fatto che a gennaio la società abbia dovuto prendere un titolare a sinistra la dice lunga. A volte, quando si prendono dei giocatori, si pensa che, se hanno indossato una maglia di una squadra dal grande nome sia all’altezza, e si è quasi ingannati. La realtà su Sosa è proprio questa. Voto 4”.
Biraghi ha aiutato la squadra da gennaio in poi? “Per me è l’unico che raggiunge la sufficienza nella batteria degli esterni. E’ stato un po’ titubante per qualche partita, vero. Dopo l’autogol di Bologna però ha saputo reagire e ha dato il suo contributo. Penso che potrebbe rimanere al Torino, ma ovviamente ha superato i trent’anni e dunque durante l’estate dovrà curare con particolare attenzione la preparazione, senza fermarsi mai. Voto 6”.
Infine, Lazaro, che da gennaio in poi ha giocato spesso esterno alto. “Negli anni precedenti non aveva avuto un rendimento sufficiente, quest’anno ha dato qualcosa in più. Il fatto di essere stato liberato da qualche compito difensivo lo ha avvantaggiato, non dovendo più fare la doppia fase a tutta fascia. Non bisogna però farsi ingannare dalle statistiche, che parlano di sei assist. Alcuni sono stati su calcio da fermo. Per me l’assist è un passaggio decisivo che manda in porta un compagno. Voto 6”.
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