
Il Torino si è salvato a una giornata dalla fine, inutile dirlo, soffrendo troppo. E troppo poco si è visto in questa stagione da giocatori che forse sono stati sopravvalutati. Posso sottolineare, con estrema sincerità, che la squadra ha navigato molto male in un mare di possibilità per poter essere degnamente su spiagge più sicure. Di partite memorabili ricordo solo l’impresa di Bergamo, quando l’Atalanta è stata rimontata dal 3-0 a 3-3. La preparazione fisica della squadra, è sotto gli occhi di tutti, ha fatto emergere delle criticità. Possiamo evidenziare che non abbiamo mai visto delle significative prestazioni fisiche, come da modello prestativo nel mondo della Serie A di oggi. La condizione atletica e l’allenamento generico del calciatore moderno, o meglio la sua efficienza fisica in una gara dipendono, come ho sempre sottolineato, da molteplici abilità, capacità e qualità, che si influenzano a vicenda. Ricordando che le capacità condizionali sono necessarie e fondamentali, perché forniscono la base per una prestazione tecnica, tattica e psicofisica stabile durante la gara, il Torino è sempre stato in difficoltà. A rendere marmoreo il concetto vorrei sottolineare una citazione storica fatta nel 1990 da una serie di importanti docenti di fisiologia nel mondo dell’allenamento: “Dalla gara, capiamo che cosa dobbiamo allenare” (Krauspe/Rauhut/Teschner). Bene, probabilmente alcuni concetti sono stati smarriti strada facendo, nel percorso del campionato. Da un’analisi completa, si evince un’eccessiva sottovalutazione dell’allenamento. In futuro sarà opportuno attribuire, nell’allenamento del Torino, un maggior peso alle sofisticate programmazioni della pianificazione dell’allenamento che sono oggi disponibili. Questo significa attribuire un peso specifico alla preparazione atletica, indipendentemente dagli accadimenti della stagione. Detto questo, la gara contro la Lazio, ha evidenziato sempre le solite tematiche dal punto di vista atletico, con una condizione della squadra generalmente instabile; tuttavia giustificata in parte dall’importanza della gara e dal fatto che la partita contro lo Spezia era stata solo tre giorni prima. Vorrei comunque fornire un dato che riassume la scadente forma atletica della squadra: secondo i dati di Lega Serie A, il Torino si è classificato all’ultimo posto come km totali percorsi in tutto l’anno, ovvero con 105,88 km di media; vorrei sottolineare che le dirette concorrenti alla salvezza: Cagliari e Benevento, soprattutto, hanno totalizzato un quantitativo maggiore di km percorsi; per la cronaca l’Inter ha il primato con 112.796 km percorsi in media. Per la prossima stagione mi auguro possano essere elaborate migliori strategie per raggiungere successi e prestazioni elevate; è necessario conoscere quali siano le condizioni necessarie per produrle, tenendo presente il principio importantissimo secondo cui la costruzione della prestazione condizionale passa attraverso il concetto del carico di allenamento del lavoro realizzato in allenamento. Chiuderei il concetto con questa metafora: per quest’anno abbiamo solo spento l’allarme, ma i ladri rimangono ancora in casa. Complimenti comunque al Toro per la salvezza ottenuta.