Sei deluso per il fatto che Bellanova e Buongiorno hanno fatto zero minuti?
“Ricollegandosi al discorso di prima, loro due si sono messi in evidenza eccome in questo campionato. Non aver puntato su di loro è stato un errore grave, un comportamento autolesionista. Con un Di Lorenzo in quelle condizioni, è stato inspiegabile non provare Bellanova, una delle rivelazioni della stagione. Squalificato Calafiori, c’è Buongiorno che ha come caratteristica proprio quella di proiettarsi in avanti come il bolognese. Invece ha giocato Mancini e c’è da rimanere allibiti. Mi viene in mente un episodio. Nel 1966 l’Italia fu eliminata dalla Corea. Allora si portavano dietro, oltre ai giocatori nella lista dei convocati, due elementi fuori lista che non si potevano impiegare. Uno dei due giocatori era Gigi Riva. Fabbri non lo mise in lista. Va detto comunque che nella partita contro la Corea gli Azzurri ebbero eccome delle occasioni da rete. Stavolta, contro la Svizzera, l’Italia non ha giocato. Con questo non voglio paragonare Buongiorno e Bellanova a uno come Gigi Riva, ma il concetto è che certe volte servono giocatori con la mente fresca e libera. Un esterno che sappia spingere e crossare come Bellanova in questo momento in Italia non c’è. Invece si è preferito far giocare chi era stato fermo quasi per una stagione intera… Un altro esempio è Giampaolo, che nella sua esperienza aveva Singo a disposizione e invece faceva giocare Vojvoda, senza capire che l’ivoriano aveva quella spensieratezza che serviva. Una similitudine con Spalletti ce la vedo”.
Adesso che l’Europeo dell’Italia è terminato, si parlerà molto di Buongiorno e Bellanova in chiave mercato. Come la pensi?
“Spero che il Torino non li ceda, altrimenti si riparte sempre da capo. E’ anche vero che oggi giorno si è quasi costretti a cedere i giocatori che non vogliono restare. A tal proposito, mi è piaciuto quando Conte, durante la presentazione a Napoli, ha affermato che a suo avviso la società azzurra deve essere una meta e non una tappa di passaggio. Che bello sarebbe se anche del Torino si potesse dire la stessa cosa. L’obiettivo dovrebbe essere far sì che i giocatori forti siano felici di rimanere a vestire questa maglia”.
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