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Nel momento in cui il Governo ci autorizzerà a tornare ai nostri lavori seguendo determinate norme igienico/sanitarie, anche le società calcistiche potranno riprendere gli allenamenti. Ed è giusto che sia così. Il calcio di alto livello è talmente pieno di risorse che non avrà difficoltà a mettere in pista tutte le misure per salvaguardare la salute degli atleti, che in effetti è la cosa più importante. Scendendo negli aspetti più terra terra, invece, sono stupito della paura di far terminare la stagione in estate compromettendo la stagione successiva: compromettendo perché? Se lo svantaggio è comune a tutti, in realtà non è uno svantaggio reale, ma una nuova condizione con cui fare i conti. Si arriverà all'Europeo del prossimo anno col fiatone? Allora saremo tutti nelle medesime condizioni perché anche gli altri partecipanti, cioè le altre nazioni europee, avranno avuto le stesse problematiche. E poi sapendolo in anticipo si potrebbero comunque prendere delle contromisure per accorciare la stagione successiva, ad esempio giocando solo un girone a cui far seguire una fase ad orologio come si fa ad esempio in alcuni campionati di basket oppure eliminando la Coppa Italia in modo da avere il massimo delle giornate a disposizione per comprimere tutto il campionato.
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Una soluzione ideale non c'è, ma non si può neanche sperare che il calcio sia l'unica cosa che tornerà ad essere tale e quale a prima. Qualcosa dovrà per forza cambiare nella sua organizzazione e non è detto che tale cambiamento ci piaccia. Anche gli stadi vuoti saranno un brutto spettacolo al quale dovremo inizialmente abituarci. Uno scenario al quale seguirà magari un successivo via libera all'accesso eventualmente condito dall'obbligo di lasciare un seggiolino libero tra un posto ed un altro, quindi di fatto dimezzando la capacità degli impianti. Insomma, lo scenario che si prospetta non è dei più allettanti, lo so, ma non voler nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi di far tornare a giocare le partite di calcio aspettando non si sa bene quali tempi migliori è un po' da struzzi che mettono la testa sotto la sabbia. E poi al di là del business in sé, la ripresa del calcio può essere un aiuto inconscio per la gente a vivere la quotidianità con un pizzico di leggerezza in più. D'altronde tutti noi sappiamo quale ruolo nell'Italia del Dopoguerra svolse nell'immaginario della gente il Grande Torino con le sue imprese entusiasmanti. Chi diceva che il calcio è la più seria delle cose meno serie non si sbagliava di molto e ad anche nel post Coronavirus non mi stupirei se si confermasse che è proprio così.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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