Eh già, guardi una partita di calcio, godi per una vittoria convincente, per aver rivisto il Toro come te lo sei sempre immaginato e come qualche volta hai avuto la fortuna di averlo anche già visto in tutto il suo splendore e poi se ci pensi un po' di più scopri che si è trattato di un enorme groviglio di coincidenze e "sliding doors" la cui combinazione se variata anche solo di pochissimo avrebbe potuto portare ad un risultato molto diverso. E' la bellezza del calcio e dello sport in generale, cioè nient'altro che una rappresentazione semi-seria della vita stessa. In un gruppo di 25/27 giocatori le variabili legate alla forma, alla condizione psicologica, agli infortuni, all'amalgama sono talmente tante che è molto difficile avere certezze su ciò che è o sarà. Ed infatti l'ultima lezione in Toro -Roma arriva proprio da Iago Falque, un ex col dente avvelenato, magistrale nel calciare in maniera impeccabile il rigore, ma estremamente fortunato nel trovare la deviazione decisiva di Fazio sul gol del 3-1: il cosiddetto fattore C di sacchiana memoria resta sempre l'elemento determinante, nel bene o nel male. D'altronde fortuna e sfortuna non sono nient'altro che le due sponde della stessa sliding door...
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